Lago Maggiore Settembre-Ottobre 1943: la prima stage di ebrei in Italia
Arona, Meina, Stresa, Baveno, Mergozzo, Orta, Pian Nava (Premeno), Novara, Intra
a cura di Mauro Begozzi, 2013
Tra il 15 settembre e l’11 ottobre 1943, le attuali Province di Novara e del Verbano Cusio Ossola (e particolarmente la sponda occidentale del Lago Maggiore) videro perpetrarsi uno dei più efferati eccidi di ebrei avvenuti in territorio italiano.
L’eccidio di 56, forse 57 persone, ( oggi sappiamo con certezza 58), fu compiuto da soldati del primo battaglione SS del secondo reggimento della divisione corazzata Leibstandarte “Adolf Hitler”, per iniziativa personale, a scopo di rapina o per puro sadismo, dai comandanti le quattro compagnie provenienti da Verona e di stanza in quei luoghi.
Compiuta l’occupazione del territorio italiano, secondo i piani prestabiliti ben prima dell’8 settembre 1943, nemmeno una settimana dopo la firma dell’armistizio venne effettuata nelle più note località rivierasche del lago una vera “caccia all’ebreo”, che si concluse con lo sterminio di uomini, donne, vecchi e bambini assolutamente innocenti.
Di quei fatti, noti solo alla memoria dei famigliari e dei molti testimoni, si venne a conoscenza solo molto più tardi, nel 1963, quando Gerhard Wiedmann, svolgendo un’indagine sull’attività di repressione del capitano delle SS Theodor Saewecke, ne sentì ripetutamente parlare. Iniziarono allora sia una approfondita ricerca storica, sia un’istruttoria giudiziaria che si concluse con un processo contro i cinque maggiori responsabili dell’eccidio. I capitani delle SS Hans Roewher, Hans Krueger, Herbert Schnelle e i sottufficiali Ludwig Leithe e Oskar Schultz. Il processo si svolse a Osnabrück, in Germania, fra il gennaio 1968 e il luglio 1969: dopo 61 udienze e l’escussione di 180 testi, gli imputati furono condannati, gli ufficiali all’ergastolo e i due sottufficiali a pene minori. Ricorsero in appello e, sorprendentemente, il 17 aprile 1970 la Corte Suprema di Berlino li scagionò con l’incredibile motivazione che i reati erano caduti in prescrizione.
Le vittime accertate della strage furono 56 (forse 57), della maggioranza di loro non si è saputo più nulla perché non fu possibile ritrovarne i corpi, gettati nel lago o sepolti in località diverse: a quel numero si è arrivati dopo faticose ricerche (il processo non si occupò di fatti che vennero alla luce solo in seguito), ma non è da escludere che altre persone abbiano subito la stessa sorte. In tempi diversi vennero ritrovate salme di donne e ragazze anche a Fondotoce, Ghiffa, Invorio e, in una fossa comune, di cinque o sei persone, a Pallanza. Gli ebrei rastrellati e uccisi sul Lago provenivano in prevalenza dalla Grecia, da altri luoghi occupati dai nazisti o da città come Milano e Torino: quasi tutti speravano di poter passare il confine con la Svizzera.
Questa la cronaca della strage:
Lunedì 13 settembre: inizia il rastrellamento a Baveno nelle ville “Il Ruscello” e “Il Castagneto”.
Martedì 14 settembre: prime fucilazioni nella spiaggetta della villa “Il Ruscello”.
Mercoledì 15 settembre: rastrellamenti ad Arona e Meina ed eccidi a Baveno, Mergozzo e Orta.
Giovedì 16 settembre: rastrellamento a Stresa ed eccidio ad Arona.
Venerdì 17 settembre: eccidio a Pian Nava.
Domenica 19 settembre: rastrellamento a Novara.
Mercoledì 22 settembre: ancora eccidi a Baveno e Meina.
Giovedì 23 settembre: prosegue l’eccidio a Meina.
Lunedì 11 ottobre: strage della famiglia Ovazza a Intra.
Questo l’elenco delle vittime:
Ad AronaIrma Finzi in Cantoni Mamiani Della Rovere, era nata a Milano nel 1873, con il figlio Vittorio Angelo Cantoni Mamiani Della Rovere, nato anch’egli a Milano nel 1899; Margherita Coen in Penco, Ferrara, 1886; Clara Kleinberger in Rakosi, Ungheria, 1898, con il figlio Tiberio Alexander Rakosi, anche lui nato in Ungheria nel 1921; Giacomo Elia Modiano, Bruxelles, 1908, con la moglie Mary Bardavid, Smirne, 1921, il fratello Carlo Elia Modiano, Torino, 1911, la sorella Grazia Modiano, Milano, 1917
A Meina:  Pierre Fernandez Diaz, Salonicco, 1897, con la moglie Liliana Scialom, Salonicco, 1907; Raoul Torres, cugino dei Fernandez Diaz, nato a Salonicco nel 1895, con la moglie Valerie Nahoum, Salonicco, 1894; Marco Mosseri, Salonicco, 1888, con la moglie Ester Botton, Salonicco, 1891; il figlio Giacomo Renato Mosseri, Salonicco, 1920 e la nuora Odette Uziel, Salonicco, 1924; Lotte Froelich in Mazzucchelli, nata a Oppeln (Alta Slesia) nel 1904; Vitale Cori, nato a Milano nel 1917, Vittorio Haim Pompas, nato a Smirne nel 1912; Dino Fernandez Diaz, padre di Pierre, Salonicco, 1867 con i nipoti Jean Fernandez Diaz, Salonicco, 1926, Robert Fernandez Diaz, Salonicco, 1930, Blanchette Fernandez Diaz, Salonicco, 1931 e infine Daniele Modiano, Salonicco 1892.
A StresaTullio Massarani, di Verona, 1879 e la sorella Olga Massarani, nata a Verona nel 1878; Giuseppe Ottolenghi, di Casale Monferrato, del 1871 con la figlia Lina Ottolenghi detta Ninì, di Genova, del 1905.
A BavenoEmil Serman, Vienna, 1881; Carla Caroglio, Varese, 1918 e Fanny Jette Engel, Katowice, 1872. Il 17 settembre viene ucciso Josef Wofsi, Daugavpils (Lettonia), 1872, il 21 settembre viene ucciso Mario Luzzatto, di Milano, 1890; la moglie Bice Ginesi di Lugo di Romagna del 1898 e le figlie Silvia Luzzatto del 1923 e Maria Grazia Luzzatto detta Beppè, Milano del 1925; la cognata Olga Ginesi in Bonfiglioli, Lugo di Romagna, del 1894. Il 22 settembre, sempre a Baveno, sono uccise Maria Mueller, moglie di Emil Serman, con la sorella Stefania Mueller in Konopka e la madre Giulia Werner in Mueller (erano tutte di Varsavia tra il 1866 e il 1902), così come Sofia Czolosinska era di Varsavia, 1904; Emma Baron, moglie di Josef Wofsi, di Daugavpils del 1882.
A Mergozzo: Mario Abramo Covo di Rudnik (Bulgaria), 1877 e Alberto Abramo Arditi con la moglie Matilde David.
A Orta:  Mario Levi di Benevagenna, del 1881 con il figlio Roberto Levi di Torino, del 1920, erano zio e cugino di Primo Levi.
A Pian di Nava di Premeno: Humbert Scialom del 1888 di Salonicco, con la moglie Berthe Bensussan, Salonicco, 1892.
A IntraEttore Ovazza del 1892, con la moglie Nella Sacerdote del 1902 e i figli Riccardo del 1923 ed Elena del 1928, tutti di Torino
A Novara: Giacomo Diena di Torino, 1887 lo zio Amadio Jona, del 1864. Scompare nel nulla e nulla si è più saputo di lei anche la giovane Berta Kaats, detta Bertie, oltre a Renate Citroen. Recenti ricerche condotte dalla professoressa Anna Cardano chiariscono la dinamica della vicenda novarese, per la quale non si può parlare di strage, ma di deportazione e il destino delle quattro vittime.