Domenica 4 ottobre a Domodossola verrà ricordato il 76esimo anniversario della Repubblica Partigiana dell’Ossola

Image for post

Alfredo Di Dio. Il comandante Marco

Image for post

Bambini della Val d’Ossola durante l’appello al convento delle Orsoline di Briga (Svizzera) l’11 ottobre 1944 (foto Croce Rossa Svizzera)

Per più di quaranta giorni, dal 10 settembre al 23 ottobre del 1944, oltre ottantamila cittadini ne furono protagonisti in quel vasto territorio all’estremo nord del Piemonte, al confine con la Svizzera, dandosi un ordinamento repubblicano e una legislazione che sarà in parte riproposta e rivalutata nella Costituzione italiana entrata in vigore l’1 gennaio 1948. La commemorazione della ricorrenza si terrà in Piazza Matteotti, nei pressi della stazione ferroviaria internazionale di Domodossola dove sorge il Monumento dedicato alla Resistenza della Val d’ Ossola. L’orazione ufficiale sarà affidata a.Giovanni Cerutti, storico e saggista, già direttore scientifico dell’Istituto Storico della Resistenza di Novara, attualmente direttore della Fondazione “Marazza” di Borgomanero (No).

Image for post

Ettore Tibaldi, presidente della Giunta provvisoria

Image for post

Gianfranco Contini

Nella Giunta erano rappresentate tutte le forze democratiche ed a presiederla fu indicato il dottor Ettore Tibaldi. Medico,primario dell’Ospedale di Domodossola, socialista. Nel novembre 1943 aveva contribuito a organizzare l’insurrezione operaia di Villadossola, rifugiandosi poi in Svizzera per sfuggire alla repressione. Umberto Terracini, nominato segretario della Giunta, venne incaricato di redigere l’organo ufficiale di stampa, il “Bollettino quotidiano d’informazione”. Uno dei primi atti fu la costituzione del CLN di Domodossola. In un affollato comizio tenuto il 23 settembre dagli esponenti del CLN e della Giunta, la cittadinanza sottolineò i discorsi applaudendo a scena aperta al punto da potersi considerare una sorta di approvazione per acclamazione degli organismi insediati. In breve tempo il nuovo governo diede prova dell’ampiezza dei settori sui quali intendeva intervenire. Vennero destituiti i podestà e i commissari prefettizi di nomina fascista. Si organizzano in tutto il territorio libero i Gruppi di difesa della donna.

Image for post

I confini della Repubblica dell’Ossola

              
Cancellate le corporazioni del fascio si organizzano subito i nuovi sindacati, su base tripartitica comunista, socialista e cattolica. La Giunta regolamentò più equamente il mercato dei generi di prima necessità, i prezzi e la distribuzione dei generi di largo consumo; vennero avviate trattative commerciali con la confinante Svizzera per scambiare prodotti minerari e industriali prodotti in Ossola della con generi alimentari e sanitari. La Croce Rossa svizzera inviò in dono patate e farina. Sotto il profilo fiscale venne imposto un contributo straordinario agli industriali e ai commercianti ma se i primi versarono il dovuto per i secondi non vi fu il tempo né per fissare l’ammontare né per riscuoterlo. Vennero concessi aumenti salariali ai ferrovieri e ai dipendenti pubblici. Si riattivarono le comunicazioni ferroviarie, i collegamenti tra i paesi della valle con le corriere e si procedette al riordino dei servizi pubblici postali, telegrafici e telefonici. Una cura particolare venne dedicata al servizio sanitario e all’assistenza, sia per la popolazione civile che per le unità partigiane.
Image for post

Il libro che Giorgio Bocca dedicò alla Repubblica

Image for post

Il manifesto che annuncia la formazione della Giunta provvisoria di Governo

Image for post

La sala storica della Repubblica nella sede municipale di Domodossola

Image for post

Umberto Terracini

Image for post

Uno dei cippi che segnano il confine della Repubblica partigiana

La “repubblica” dell’Ossola, certamente la più nota e prestigiosa delle 18 “zone libere” partigiane che ebbero vita tra estate e autunno 1944 in piena occupazione tedesca, rappresentò un esperimento democratico di straordinaria importanza. Il lucido giudizio che espresse Gianfranco Contini nel 1989, quarantacinque anni dopo, offre ancora oggi un sintetico e chiaro riassunto di quella storica vicenda. Scrisse l’eminente filologo e critico letterario, nato proprio a Domodossola: “La Resistenza ossolana è stata un movimento di popolo, sia nei momenti della clandestinità, sia in quello palese della collaborazione al Governo provvisorio. La misura della partecipazione pubblica, in cui ognuno ebbe qualcosa da pagare o da perdere (e poi da non reclamare), fu un fatto civile di rara e non abbastanza sottolineata rilevanza”.

Scarica la locandina con il programma delle commemorazioni.