Dallo scorso agosto sono numerose le iniziative che il Comune di Borgoticino e i familiari delle vittime hanno organizzato per tenere viva la memoria della strage del 1944:dalle numerose serate organizzate presso l’Antica Casa Balsari, che hanno, tra le altre cose, rafforzato legami internazionali e contribuito a definire meglio alcune biografie, come quella di Maria Garbarini, alla prosecuzione della causa di tipo civile.
La commemorazione è prevista per il 13 agosto 2017 secondo il programma allegato in calce.
La vicenda
Domenica 13 agosto 1944 a Borgo Ticino iniziavano i festeggiamenti per la Patrona del Paese, la Madonna Assunta. Al dopolavoro si stava svolgendo una gara di bocce quando, con gran fragore, erano circa le due del pomeriggio, arrivarono a bordo di autocarri i soldati della SS naziste ed i militi della X Flottiglia Mas. Si sparpagliarono, i soldati armati, per le vie di Borgo Ticino, entrando nelle case e cacciando a forza le persone che vi trovavano, in gran parte donne vecchi e bambini, lungo le strade del paese con lo scopo di radunare tutti in piazza. Al mattino vi era stata un’operazione partigiana che aveva comportato il ferimento di quattro tedeschi. Il capitano Krumer, che comandava l’azione di rappresaglia delle SS, decise che per ogni soldato tedesco ferito tre giovani italiani dovessero morire, più uno, poiché tra i feriti uno era particolarmente grave.
I giovani, tutti sotto i trent’ anni, vennero scelti a caso tra la folla terrorizzata tenuta in ostaggio nella piazza. Una scelta, quella dei fucilandi, che durò diverse ore e che vide scambi di prigionieri. Nessun controllo della loro identità venne fatto. Di fronte alla popolazione disperata costretta ad assistere i tredici giovani italiani furono addossati contro il muro della farmacia, quell’edificio che ancora oggi si affaccia ad est della piazza Martiri e vennero fucilati. Uno, Mario Piola, si salvò miracolosamente. Fu imposto anche il pagamento di una taglia, che la popolazione, nel disperato tentativo di evitare il peggio, pagò e il paese subì una devastazione materiale e morale le cui conseguenze si sono protratte negli anni, a cominciare dalla morte della piccola Piera. I familiari delle vittime hanno sempre tenuto vivo il ricordo e dopo il ritrovamento dei fascicoli relativi a Borgo Ticino nell’ “armadio della vergogna” si sono spesi affinché si arrivasse ad un processo, nel quale il comune si è costituito parte civile, che ha portato nell’ottobre 2012 alla condanna all’ergastolo di Ernst Wadenpfuhl, 97 anni, l’unico superstite dei militari tedeschi del reparto Marina d’assalto Mek 80, comandato da Waldemar Krumhaar.
Le vittime furono così dodici:
Virginio Tognoli, Francesco Tosi, Nicola Narciso, Giovanni Fanchini, Cerutti Franco, Benito Pizzamiglio, Alberto Lucchetta, Luigi Ciceri, Rinaldo Gattoni, Andes Silvestri, Olimpio Parachini, Giuseppe Meringi.
I loro nomi sono incisi sulla lapide che ricorda, nel punto della fucilazione in piazza Martiri, quest’eccidio.