I protagonisti de #lanostraResistenza: Maria Giulia Cardini
#lanostraresistenza
In età avanzata, completò la sua attività didattica con i corsi di Astrofisica presso l’Università della Terza Età a Novara, mentre il suo impegno politico come liberale fu costante e particolarmente apprezzato nell’Amministrazione Comunale di Orta che nel 2015, in occasione del Settantesimo anniversario della Liberazione le ha dedicato i giardini di Villa Bossi.
Per dare un’idea della sua personalità, proponiamo il ricordo che di lei hanno steso le volontarie e i volontari del museo “Alfredo di Dio” di Ornavasso.
RESISTENZA il fiore dalla roccia
Maria Giulia Cardini, ancora poco conosciuta nell’ambito resistenziale, è stata una donna straordinaria che l’8 settembre 1943, la data della verità, ha scelto senza esitazione da che parte stare: dalla parte di un’Europa libera e democratica o dalla parte dell’oppressione dittatoriale? – Cfr. “L’Italia degli studenti”– e lei ha scelto la libertà! Con tutte le conseguenze di questa scelta… “dar retta alla voce che avevamo dentro” più imperiosa di qualunque ordine proveniente dall’alto…
Un sentiero stretto in salita, pieno di insidie, ma lei è andata drìtta su per questa strada, senza paura, da vera donna abituata ai sentieri di montagna, senza rimpianti per una vita dorata: neppure quando fu condannata a morte e rinchiusa in attesa dell’esecuzione nelle carceri Nuove di Torino; neppure quando scappò calandosi dal canale di gronda della casa di Barbò a Milano; neppure quando volle ritornare con il “Barba”- Vincenzo Beltrami – dalla Val Formazza alla Val Strona… provate a leggerle le condizioni di quella marcia… sotto la pioggia e con la prima neve autunnale! E poi l’inverno del ’44/’45, il più duro di tutta la guerra! Proprio quando pensava di avere un minimo di respiro per gli scampati pericoli, quando credeva che nella recondita Val Strona ci fosse qualche nascondiglio sicuro… come diceva il proclama Alexander…- tornate a casa per l’inverno, le operazioni riprenderanno a primavera… – davvero? – ….I nazisti e i fascisti sarebbero stati anche loro ad aspettare la primavera?-… Noo… E i partigiani senza fuoco…senza cibo.. senza giacilio… ma questo a lei non pesava, era giovane, era forte, ormai era abituata alle privazioni e alla vita clandestina. “..Significava calcolo, sangue freddo, costanza e morti, morti, morti…” (Resistenza in Agorà).
Il passo da staffetta di collegamento ad agente segreto fu la cosa più semplice e naturale del mondo. Ancora una volta senza esitazione. Lei mi raccontava che era l’unica donna a saper remare; e poi a saper nuotare, a non avere paura del buio, ad avere una dàrsena d’attracco sul lago ad Orta, a camminare con agilità in montagna e quindi… logico… toccava a lei fare avanti e indietro dalla Val Strona al Mottarone nelle notti senza luna, le più buie, perchè c’era il lago d’Orta da attraversare in barca… e lei, sapeva anche remare! Così mi raccontava, con la serietà che la distingueva e con la convinzione di aver fatto solo lo stretto necessario, senza nessun vanto, semmai con il piacere di essere immersa in uno scenario naturale di incomparabile bellezza. Ma di una cosa era certa: le battaglie sì, erano importanti e combattute con passione, ma con mezzi talmente scarsi, che era quasi impossibile vincerle. Per lei, che pure visse da protagonista tutte le fasi della Resistenza, ciò che è stato decisivo per la vittoria nostra e alleata, insieme, fu il servizio di intelligence che diede agli Alleati informazioni fondamentali al momento giusto, per operare le scelte strategiche vincenti. E le informazioni le davamo Noi, solo Noi: questi sono gli Italiani, questa è l’Italia Libera.
L’immagine inserita in Agorà in occasione del primo anniversario della Liberazione Nazionale, 25 aprile 1946.
Bibliografia di riferimento
- Maria Giulia Cardini, Resistenza in Agorà, letteratura musica arti figurative architettura, anno II n.4 e 5 di aprile maggio pagg.34,35,36, Torino dalla Tipografia Editoriale Commerciale Artistica T.E.C.A.ottobre 1945 – 1947. Direttore artistico responsabile: Giacomo Contessa, Condirettore: Maria Giulia Cardini, Torino 1946.
- “Nome di battaglia Ciclone”, Testimonianza in In cielo c’è sempre una stella per me diario di Giorgio Buridan (il redattore del giornale “Valtoce”), a cura di Maria Silvia Caffari e Margherita Zucchi, ed. Tararà, Vb 2014.
- Fiorella Mattioli Carcano e Adriana Macchi, Intitolazione del giardino comunale a Maria Giulia Cardini, Città di Orta San Giulia, 2015
- Margherita Zucchi, Maria Silvia Caffari con il prezioso contributo della figlia Adriana Macchi, “Dalla condanna a morte alla laurea in fisica” su Nuova Resistenza Unita, Anno XX n.1 pp. 12,13, Ass. Casa della Resistenza VB, 2020.
- Rossella Pace, Maria Giulia Cardini in Partigiane liberali – organizzazione, cultura guerra e azione civile, Rubettino, Roma 2020
- “Maria Giulia Cardini” in Leggere la Resistenza – dalle formazioni autonome alla cittadinanza consapevole a cura di Maria Silvia Caffari, Grazia Vona, Margherita Zucchi, Museo della Resistenza “Alfredo Di Dio”, Raggruppamento Divisioni Patrioti”Alfredo Di Dio”, FIVL, patrocinio dell’ISRN “Piero Fornara”, Omegna 2020, in corso di pubblicazione.
Questa scheda è stata redatta dalle volontarie e dai volontari del Museo della Resistenza “Alfredo di Dio” di Ornavasso – Associazione Raggruppamento Divisioni Patrioti “Alfredo di Dio”.
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I protagonisti
Carlo Suzzi
Il partigiano “Quarantatrè”, sopravvissuto alla strage di Fondotoce.
Le iniziative sono realizzate grazie al contributo della Fondazione CRT.