“I libri di storia concludono la Guerra di Spagna il 1° aprile 1939, ma, se le armi tacquero, la tragedia del popolo spagnolo continuò: Francisco Franco mise in atto una repressione tanto feroce da essere ricordato come il più sanguinario dittatore in tempo di pace che l’Europa occidentale abbia conosciuto: oltre 150.000 esecuzioni e 110.000 forzati nei battaglioni di lavoro. Non meno drammatico fu il destino di quanti tentarono con la fuga di sottrarsi alla vendetta dei vincitori: internati in Francia come bestie sulle spiagge del Mediterraneo, obbligati a scegliere tra la Legione Straniera e il rientro in patria, arruolati a forza nelle compagnie del lavoro, gettati nella battaglia quando la Francia agonizzava, catturati dai tedeschi e deportati in Germania...” Traggo la citazione dalla quarta di copertina del bel libro di Pietro Ramella, La Retirada. L’odissea di 500.000 repubblicani spagnoli esuli dopo la guerra civile (1939/1945), Lampi di Stampa, Milano, 2003. Nella pur ricca letteratura sulla Guerra civile spagnola, il lavoro di Ramella spicca non solo per la mole di ricerche fatte, ma per la sintesi che ci offre della tragedia che quella guerra rappresentò con un carico di violenza e di morti senza uguali. A settant’anni dalla fine di quel conflitto, che rappresentò il prologo dell’immane carneficina della seconda guerra mondiale, vogliamo qui riprendere e ricordare (con commozione e ammirazione) gli oltre 4000 volontari italiani partiti allora per la Spagna in difesa della legittima Repubblica, dopo la rivolta falangista di Franco del luglio 1936. 4000 italiani del tutto dimenticati! Di quei 4000 volontari, 66 antifascisti (ma il numero potrebbe ancora non essere esatto) provenivano dalle nostre terre, quasi sempre dopo essere espatriati in Francia, Svizzera, Belgio per motivi economici o perché perseguitati dal fascismo e si batterono nelle brigate internazionali. Molti non fecero ritorno, altri furono nella “Retirada”, altri ancora ebbero percorsi di vita e di lotta straordinari. Alcuni nomi, pochi, ci sono noti, altri, i più sono dimenticati e ci restano solo poche e imprecise notizie. Li pubblichiamo per onorarne la memoria, ma anche per continuare le ricerche e per chiedere a chi conserva documenti o ha ulteriori notizie di aiutarci a completare i dati al fine della costituzione di un archivio nominativo dei volontari Novaresi e del VCO in quella guerra. Siamo debitori dei dati qui pubblicati da un lato a Francesco Omodeo Zorini, che fra il 1974 e il 1976 condusse una intensa campagna di ricerche e pubblicò tre memorabili articoli su “Resistenza unita” (febbraio 1975; marzo-aprile 1975 e luglio 1976) ricostruendo il percorso di una cinquantina di volontari, dall’altro all’indimenticabile Anello Poma, che in quegli anni coordinò la ricerca sui volontari piemontesi e curò la pubblicazione Antifascisti piemontesi e valdostani nella Guerra di Spagna, supplemento al Quaderno n. 12, marzo 1975 del Centro studi Piero Gobetti di Torino e infine, dall’altro ancora, a Gianpaolo Giordana e all’Aicvas Piemonte che in questi ultimi tempi, con approfondite ricerche in archivi spagnoli, francesi e italiani, sta ricostruendo la vita di tutti i volontari italiani.
Combattenti novaresi nella guerra di Spagna
mauro begozzi