Risulta molto difficile scrivere una biografia del Presidente Scalfaro che possa condensarsi in un numero di righe accettabile per un sito web. Trattandosi di un uomo politico di assoluto primo piano nella storia italiana e del più conosciuto tra i costituenti novaresi, affronteremo comunque il rischio, rimandando gli approfondimenti alle numerose pubblicazioni specialistiche.
Oscar Luigi Scalfaro nacque a Novara il 9 settembre 1918. La formazione adolescenziale e giovanile, negli anni difficili del fascismo, si compì all’interno dei circuiti educativi confessionali, in particolare in seno all’Azione Cattolica. Da Novara, dove aveva conseguito la maturità classica al liceo Carlo Alberto, si spostò a Milano per completare gli studi presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Nel luglio del 1941 fu chiamato alle armi servendo ad Alessandria, nell’alto Monferrato, a Tortona e infine in Sicilia. Lì gli giunse la notizia del superamento del concorso in magistratura, con conseguente esonero dal servizio militare. Nell’ottobre del 1942 tornò a Novara e dopo un breve periodo di formazione come uditore giudiziario a Torino prese servizio, dividendosi tra il lavoro in tribunale e l’impegno nella GIAC (Gioventù Italiana di Azione Cattolica) di cui era divenuto presidente diocesano. Il 26 dicembre 1943 sposò Marianna Inzitari che, dopo aver dato alla luce una figlia, il 27 novembre 1944, morì il successivo 14 dicembre. Alla neonata, che aveva ricevuto il nome di Gianna Rosa, venne cambiato il nome in Marianna.
Durante il periodo della lotta di Liberazione si adoperò attivamente per aiutare gli antifascisti incarcerati o perseguitati e le loro famiglie. Scalfaro, in quanto magistrato, non venne richiamato alle armi dai repubblichini. Molti suoi amici ripararono in montagna aderendo alla Resistenza. Scalfaro non vi partecipò in maniera attiva, ma consentì che armi e materiali dei partigiani fossero nascosti nelle sedi dei circoli di Azione cattolica. Alla fine della guerra, dopo le sentenze sommarie dei tribunali partigiani, si costituirono le Corti d’Assise straordinarie. Dopo il 1945 assolse il compito di Pubblico Ministero presso le corti d’Assise speciali di Novara e di Alessandria.
Eletto alla Costituente con oltre 46.000 voti nella circoscrizione Torino-Novara-Vercelli, nella quale si era presentato come capolista, è stato sempre riconfermato nelle successive legislature, ricoprendo importanti incarichi. Ad allontanarlo definitivamente dalla carriera in magistratura e a spingerlo ad abbracciare la carriera politica contribuirono il senso di responsabilità nei riguardi del futuro del Paese e le sollecitazioni della gerarchia ecclesiastica ad aderire e a dare il proprio sostegno all’attività del neonato partito della Democrazia Cristiana, costituito dopo l’8 settembre 1943 da Alcide De Gasperi. La Costituente rappresentò il suo battesimo politico, stagione di altissimo profilo nella costruzione delle regole della convivenza, alla quale spesso fece riferimento come parametro della levatura dell’azione politica. In seno all’Assemblea si impegnò perché alla magistratura fosse riconosciuta autonomia e si batté contro la proposta di rendere i giudici figure elettive. Riguardo alla composizione del Consiglio superiore della magistratura fu sua una proposta di mediazione che voleva i membri eletti per un terzo dal Parlamento e per due terzi da magistrati
Ha fatto parte della Commissione Giustizia e della Giunta per le autorizzazioni a procedere a giudizio. Vicepresidente della Commissione speciale della Corte Costituzionale. Segretario e poi Vicepresidente del gruppo parlamentare e membro del consiglio nazionale della Democrazia cristiana. Con De Gasperi fece parte della direzione centrale della Dc. Sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro nel primo gabinetto Fanfani, con Scelba fu sottosegretario alla presidenza del Consiglio e successivamente sottosegretario al Turismo e spettacolo.
Dopo le elezioni del 1958 venne eletto presidente della II Commissione della Camera per gli Affari della Presidenza del Consiglio e degli Interni, quindi ricoprì la carica di sottosegretario agli Interni dal 1959 al 1962. Dopo le elezioni del 1963 fu presidente della Commissione Interni e della giunta delle elezioni (1964-66). Ministro dei Trasporti e dell’Aviazione Civile nel III Governo Moro, fu riconfermato nel II Governo Leone. Ancora ministro dei Trasporti nel I Governo Andreotti, divenne ministro della Pubblica Istruzione nel II Gabinetto Andreotti (1972-73). Nell’ottobre del 1975 fu eletto Vicepresidente della Camera e detenne la carica nella settima, nell’ottava e all’inizio della nona legislatura.
Già titolare del dicastero dell’Interno nel I e nel II Governo Craxi (1983 e 1986), fu riconfermato bell’incarico nel VI Governo Fanfani (1987). Il 25 maggio dello stesso anno 1992 fu eletto Presidente della Repubblica Italiana. Le elezioni per il nuovo presidente della Repubblica si aprirono il 13 maggio con una serie di 15 scrutini inconcludenti nei quali Scalfaro fu sempre votato, pur non superando mai i 25 voti. Il 23 maggio a Capaci un attentato della mafia uccise il magistrato Giovanni Falcone, la moglie e tre uomini della scorta. Due giorni dopo, come risposta all’attacco alle istituzioni, il Parlamento elesse Scalfaro al 16° scrutinio con 672 voti (il 66,5%).
Il settennato di Scalfaro rappresentò un’evoluzione dell’interpretazione del ruolo presidenziale, sulla scia di altri ‘inquilini’ del Quirinale che – come Pertini e Cossiga – avevano superato la figura del presidente ‘notaio’, ma in un quadro inedito. Nel corso del suo mandato dovette affrontare una delle stagioni per molti versi più difficili e controverse dell’Italia repubblicana, segnata da una duplice crisi: quella economica, seguita alla vicenda Tangentopoli e quella di natura etico-politica e istituzionale, legata alla sostanziale delegittimazione della classe politica della Prima Repubblica. Una crisi, quest’ultima, destinata ad incrinare in modo sensibile il rapporto tra cittadini e istituzioni e a rendere persino più arduo l’indispensabile radicamento dei principi democratici e dei valori costituzionali nelle coscienze degli italiani
Concluso il suo mandato presidenziale, il 15 maggio 1999, iniziò la sua azione di opposizione equiparazione delle violenze della Resistenza con quelle dei nazifascisti e, cosa che come Istituto aderente alla rete riteniamo importante, nel 2001 accettò la nomina a presidente degli Istituti per la storia della Resistenza (ex INSMLI); fu contrario alla riforma in senso federale della Costituzione promossa dal centrosinistra, approvata con referendum nel 2001, e a quella per la modifica della seconda parte della Costituzione promossa dal centrodestra e bocciata dal referendum del 2006.
Prima di morire, a conferma della sua vita cristiana, volle che la sua casa a Novara fosse donata alla Comunità di Sant’Egidio per l’accoglienza di anziani indigenti e immigrati.
Bibliografia
Guido Dell’Aquila, Scalfaro democristiano anomalo, Passigli Editori, 2018
Caterina Simiand, a cura di, I deputati piemontesi all’assemblea Costituente, Consiglio regionale del Piemonte-Franco Angeli, 1999
Amministrazione Provinciale di Novara-ISRN, Per conoscere la Costituzione. Un incontro e sei lezioni, Novara, 1989,
Videografia (ultima consultazione 3 giugno 2020)
Prolusione in occasione del Sessantesimo anniversario della Liberazione
https://www.youtube.com/watch?v=wMXia6sD88s
Intervista di Aurora Delmonaco il presidente Oscar Luigi Scalfaro (Roma, 8 ottobre 2007), proiettata in occasione del seminario nazionale “Democrazia Costituzione Cittadinanza” (Ascoli Piceno, 11-13 ottobre 2007).
https://www.youtube.com/watch?v=NejE-nEpkCw
https://www.youtube.com/watch?v=OR0WcZ_K8AA
Sitografia (ultima consultazione 3 giugno 2020)
https://it.wikipedia.org/wiki/Oscar_Luigi_Scalfaro
http://presidenti.quirinale.it/Scalfaro/sca-biografia.htm
https://archivio.quirinale.it/aspr/presidente/oscar-luigi-scalfaro
https://biografieonline.it/biografia-oscar-luigi-scalfaro
http://www.treccani.it/enciclopedia/oscar-luigi-scalfaro_%28Dizionario-Biografico%29/