Michele Beltrami, figlio di Filippo e Giuliana Gadola, componente del comitato scientifico dell’Istituto Storico Piero Fornara ha prontamente segnalato la riedizione del testo scritto dalla madre a ridosso della perdita del marito. Riportiamo la recensione di Marco Travaglini
E’ in uscita presso l’editore Lampi di stampa una nuova edizione de “Il Capitano”, la storia di Filippo Maria Beltrami, noto architetto Milanese, e della moglie Giuliana Gadola. Nel 1943 lasciano il capoluogo lombardo e si trasferiscono con i figli nella casa di campagna della famiglia Beltrami, in un paese sopra al lago d’Orta. Qui è ambientata la storia raccolta in queste pagine e narrata a due voci. Una storia che ha un triste epilogo perché lo scenario è la guerra di Resistenza antinazista e antifascista: Filippo, divenuto comandante partigiano, morirà in un conflitto a fuoco insieme ad alcuni suoi compagni, a Mégolo in Val d’Ossola. Un’appendice, comprendente pagine di Gianni Rodari, Marziano Guglielminetti, Eugenio Montale, Piero Calamandrei, Mauro Begozzi e Cesare Pavese, arricchisce l’edizione del 1964, di cui il volume è fedele riproduzione. “La vicenda del capitano diventata subito una leggenda… È un libro che può essere letto in tanti modi e a tutte le età”, sottolinea Gianni Rodari. Cesare Pavese nel marzo del 1946, dopo aver letto “Il Capitano” scrive a Giuliana Gadola e, dopo averle ricordato la sua amicizia col giovanissimo Gaspare Pajetta, caduto a Mégolo al fianco di Beltrami, aggiunge: “Non voglio farle – né Lei aspetta – apprezzamenti letterari su questo libro, ma posso almeno dire, che è il primo di ispirazione partigiana, dove non s’acquatti la retorica…». Un libro importante, una storia vera sul riscatto degli italiani dalla vergogna del regime fascista.
Marco Travaglini