Guerra in Ucraina: Italia e Europa

La guerra in Ucraina sta modificando le relazioni internazionali e insieme le condizioni di vita di nazioni e popoli. La discussione sulle conseguenze di questa guerra hanno giustamente considerato soprattutto i mutamenti che si stanno producendo sul piano geopolitico, poiché il salto da un sistema bipolare a un sistema multipolare incide e inciderà sul futuro sistema mondo. Mutamenti profondi si stanno producendo anche all’interno di singoli paesi a cominciare da quelli più direttamente esposti agli effetti della guerra. Si attivano reazioni che non possono essere comprese con gli strumenti interpretativi tradizionali poiché si inseriscono in un contesto fortemente condizionato da processi generali: la globalizzazione, le trasformazioni indotte da forme inedite e pervasive della comunicazione, e, in tempi
recenti, le condizioni eccezionali prodotte dalla pandemia e poi, drammaticamente, dalla guerra.
La guerra mette in tensione la dimensione della politica poiché le risposte fin qui elaborate richiedono uno sforzo straordinario su diversi piani, in primo luogo a salvaguardia dei tratti identitari dei sistemi democratici. Pur tra difficoltà ed errori la scelta democratica ha garantito 70 e più anni di pace dopo che
quasi tutte le democrazie del continente europeo avevano vissuto il dramma dell’occupazione nazista. Nel dopoguerra l’obiettivo della pace e della sua conservazione per molti paesi europei ha portato ad
elaborare un’idea di Europa che potesse coniugare democrazia e pace. Un’idea rimasta incompleta nella sua realizzazione rispetto alle attese e alle speranze e tuttavia, malgrado tutti i limiti, un’esperienza che
resta unica e oggi di grande attualità a fronte di una crescente e pericolosa sfida tra le aree del mondo. Non a caso l’Europa, l’Unione europea, continua ad essere un’idea straordinariamente attrattiva per
tutti coloro che hanno sperimentato e sperimentano la follia della guerra. Però la ricomparsa della guerra al centro dell’Europa è una questione che incide non solo sul piano delle relazioni internazionali, ma modifica le relazioni interne di ogni paese coinvolto. Così avviene per il nostro Paese nel quale la guerra in Ucraina ha inciso e sta incidendo sulla nostra quotidianità, sia aggravando problemi che già esistevano sia facendo emergere nuove questioni. Questioni elementari, come il cibo, il riscaldamento, la disponibilità di risorse per le famiglie e le imprese, perché la guerra ha messo in discussione le produzioni e le filiere che regolavano scambi e commerci. La dimensione pubblica ne risulta pesantemente condizionata e per tutti i paesi si generano difficoltà nella gestione dell’agenda quotidiana mentre si accende il dibattito sulle scelte da compiere. Questioni che ovviamente toccano e condizionano anche le scelte dell’ Unione europea e implicano discussioni sulle linee da seguire nel coordinare le scelte dei singoli stati dell’Unione. Dalle risposte che vengono e
verranno elaborate dipende e dipenderà in gran parte il profilo della nuova Europa. Il convegno intende perciò affrontare alcuni dei temi che la guerra ha posto all’ordine del giorno, in primo luogo i temi che appartengono alla dimensione del quotidiano, per alzare la consapevolezza di un passaggio che muterà la nostra convivenza civile e su un piano più generale per riflettere sulle scelte che attendono la comunità europea.
L’Istituto nazionale Ferruccio Parri e Istoreto, grazie alla disponibilità del Polo del ‘900 e con il sostegno del Consiglio regionale del Piemonte – Comitato Resistenza e Costituzione, propongono due giornate di approfondimento su alcune delle questioni più rilevanti che la guerra ha posto e sta ponendo al nostro paese e all’Europa. L’Istituto nazionale Ferruccio Parri e Istoreto, grazie alla disponibilità del Polo del ‘900 e con il sostegno del Consiglio regionale del Piemonte – Comitato Resistenza e Costituzione, propongono due giornate di approfondimento su alcune delle questioni più rilevanti che la guerra ha posto e sta ponendo al nostro paese e all’Europa.

Per le/gli insegnanti la partecipazione al convegno comporta l’esonero dal servizio ai sensi degli artt. 64 e 67 del CCNL 2006-2009; l’Istituto nazionale “Ferruccio Parri” – Rete degli istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea è agenzia di formazione accreditata presso il Miur (Accreditamento: DM 25.05.2001, prot. n. 802 del 19.06.2001, rinnovato con decreto prot. 10962 del 08.06.2005, portato a conformità della Direttiva 170/2016 il 01.12.2016 secondo richiesta n. 872 ed è incluso nell’elenco degli Enti accreditati).

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