Socio fondatore e Presidente dell’Istituto dal 1975 al 1986.
Trasferitosi con la famiglia a Novara nel 1918, si diploma ragioniere nel 1932 e nel novembre inizia il servizio militare presso la scuola allievi ufficiali di Bra. Nel 1938 è alla Scuola d’applicazione dell’Aeronautica di Firenze. Due anni dopo è destinato al contingente del Corpo Aereo Italiano di Maldegem in Belgio per essere poi trasferito, nel 1942, al 5° Magazzino dell’Aeronautica di Novara. L’armistizio dell’8 settembre 1943 lo coglie mentre ritorna da una missione a Pescara. Sfugge alla cattura dei tedeschi a Bologna e rientra al reparto dove assieme con gli avieri presenti consegna le armi disponibili ad un gruppo di operai della “Scotti & Brioschi” che si stanno organizzando per fronteggiare gli occupanti. In quei giorni prende contatto con Vincenzo Moscatelli “Cino” e con un buon bottino di armi e fondi lo raggiunge in Valsesia. Qui organizza le prime formazioni partigiane e si distingue per audacia e capacità di comando: assume il nome di battaglia di “Ciro”. Nel mese di ottobre libera Moscatelli dalla caserma di Borgosesia dove è trattenuto. In quel periodo aderisce al Partito comunista e dalla liberazione diverrà membro della segreteria provinciale di Novara. Nel febbraio del ’44 nasce la prima brigata garibaldina agli ordini di “Ciro” e “Cino”. Il “binomio” diviene leggenda, perché i due guidano la crescita delle formazioni sino alla costituzione del comando unico delle divisioni garibaldine del Novarese e della Valsesia-Ossola-Verbano, una formidabile struttura partigiana. Più volte riesce a sfuggire all’arresto e nell’aprile, a seguito di un rastrellamento, è ferito seriamente ad una gamba. Si salva grazie all’aiuto di don Daniele Bianchi, parroco di Carcoforo che lo nasconde e protegge. Nell’estate del ’44 guida la liberazione della Valsesia e il successivo sganciamento delle formazioni; elabora il piano di “pianurizzazione” della guerriglia; propone un piano di sganciamento della zona libera dell’Ossola che purtroppo verrà disatteso. Nella primavera successiva, dopo aver salvaguardato e sviluppato durante il secondo inverno le formazioni garibaldine, elabora di concerto con il Comando militare del Clnai il “piano 27” ovvero il piano insurrezionale che porterà alla liberazione della vecchia provincia di Novara. Il 26 aprile del ’45 alla testa di sei brigate circonda Novara ed è tra i protagonisti dell’incruenta liberazione della città. Nel maggio del ’45 la Valsesia gli conferisce la cittadinanza onoraria e nel giugno successivo, per far fronte ai gravi problemi occupazionali, fonda la prima cooperativa fra partigiani, assumendo anche la presidenza del neonato Anpi (carica che mantiene sino alla morte). Dopo l’Unione Cooperative Garibaldi, fonda e presiede l a Cooperativa Comunale di Consumo e per molti anni diviene presidente della Federazione Provinciale delle Cooperative e Mutue, nonché membro del comitato nazionale della Lega nazionale Cooperative e Mutue. Alle elezioni amministrative del marzo ’46 è eletto consigliere comunale (resterà tale ininterrottamente sino al 1983). Diviene subito vicesindaco carica che ricopre fino al 1951. Sempre nel ’51 è nominato direttore del settimanale comunista “La Lotta ”. Il 19 maggio 1968 è eletto deputato in Parlamento, così come nella successiva legislatura (1972) occupandosi prevalentemente di bilancio, finanze e tesoro. Nominato presidente dell’Istituto nel marzo 1975 ne segna fortemente lo sviluppo assecondando molti giovani ricercatori impegnati in campagne di ricerca e di acquisizione documentaria.
Si è spento a Novara il 22 febbraio del 1986 ed è sepolto nel Famedio del Cimitero comunale.
Per approfondire: presso l’Archivio dell’Istituto sono stati costituiti un fondo documentario e uno fotografico a suo nome; parte della sua biblioteca è nella biblioteca dell’Istituto.
Note biografiche sono apparse in: Enciclopedia dell’Antifascismo e della Resistenza, vol. II, La Pietra , Milano, 1971 p. 497, in Enrico Massara, Antologia dell’antifascismo e della Resistenza novarese, Novara 1984, pp. 748-750 e soprattutto ne Parlare e scrivere di Ciro, a cura della Cooperativa “Gianfranco Bighinzoli”, Tipografia S. Gaudenzio, Novara 1987.