Borgna Giacomo Luigi , “Riccardo” (Fenestrelle, Torino  1902 – Borgomanero 1968). Avvocato.  Compì gli studi liceali a Novara. Si laureò nel 1925 a Pavia, in giurisprudenza. Attivo nell’ambiente cattolico, fondò a Borgosesia un Circolo giovanile e a Borgomanero il circolo “A. Pagani”. Nel 1920 si iscrisse al Partito Popolare. Attivo antifascista, rifiutatosi di prendere la tessera del fascio venne sequestrato e manganellato. Ad Arona seguì gli incontri che mons. Domenico Pini tenne con alcuni studenti per organizzare forme di contrasto per le invadenze e i soprusi del fascismo. Nel 1923 partecipò a Torino al Congresso del P.P.I, dove era presente Guido Miglioli, da lui conosciuto nell’ambito delle Leghe Bianche. Dopo l’8 settembre fu accanto ad Alcide De Gasperi e Achille Marazza, tra i più attivi organizzatori della Democrazia Cristiana, e addetto alle reti di collegamento fra i centri della Resistenza del piano con le formazioni partigiane del Cusio e dell’Ossola. Come rappresentante della DC tenne i contatti con il CLN provinciale e con il Comitato Militare Piemontese tramite l’amico G. Biglieri (tra i fucilati del Martinetto nell’aprile ’44). Nel marzo 1944 si intensificarono a Borgomanero i contatti tra Alfredo Di Dio, Don Vandoni e altri antifascisti cattolici. Indicò ad Alfredo Di Dio il gruppo di giovani dell’Azione Cattolica sui monti sopra Ornavasso, organizzò una base per informatori e staffette e inviò molti ragazzi cattolici presso la formazione di Di Dio: la Valtoce.  Ricercato dai fascisti nell’agosto ’44, raggiunse la Divisione Valtoce al Boden a Ornavasso e, nel settembre, ne divenne Commissario Politico; nel Comando Militare Unico fu designato Commissario del Comando Unico espressione della Valtoce, a fianco di Paolo Scarpone “Livio” espressione dei Garibaldini. Partecipò alla difesa dell’Ossola, riparò e fu internato in Svizzera. Rientrò in Italia, raggiunse Milano dove fu attivo nel Comando Generale del CVL, a fianco di Enrico Mattei, rappresentante della DC nel Comando stesso. Dopo la Liberazione fu nominato Commissario all’Agricoltura nel governo novarese del CLN. Rientrato riprese la professione di avvocato; dal 1946 al 1956 fu sindaco di Borgomanero, dove gli è intitolata una via. Il nome di Giacomo Luigi Borgna resta inoltre legato ad importanti opere pubbliche che sono state realizzate nell’immediato dopoguerra nella città agognina: l’Ufficio Postale di viale don Minzoni, la Stazione delle autocorriere di piazza XXV Aprile, il palazzo ex Inail. Nel 1953 l’amministrazione comunale da lui presieduta raggiunse un accordo con l’allora Presidente del Gruppo Agip Enrico Mattei per dar vita alla “Metano Borgomanero Spa” società formata da due soci, il Comune e la “Snam” che nel giro di qualche anno ampliò la rete di distribuzione del gas inizialmente limitata al centro cittadino estendendola anche nelle aree periferiche.

In “Il sabato: settimanale d’informazione per Novara e provincia”, n.38, 11 ottobre 1969, nell’articolo “Ricordiamo Somaglino e Borgna”, fu così descritto:

“Alto ed esuberante, era un avvocato perfetto ed un uomo di rara sensibilità. Persona completa nelle sue dimensioni umane e spirituali ha sempre portato dentro di sé il senno di una personalità chiara e determinata”.

Màspero Rita (Vigevano 1902 – 1999). Maestra della scuola elementare di Cureggio, dove aveva conosciuto Giacomo Luigi Borgna, che sposò a Vigevano il 5.11.1927. Proveniente da famiglia profondamente cattolica, non accettava il clima di violenza e la prepotenza che il fascismo abitualmente usava. Ma per una maestra, obbligata dal regime ad un insegnamento nozionistico e propagandistico insieme, che usava la storia per inneggiare alla dittatura di Mussolini, non era facile sottrarsi a quello che veniva imposto come “dovere”. Tuttavia Rita, di carattere forte ed in piena sintonia con il marito che manteneva contatti politici con i gruppi cattolici, sapeva esercitare in modo personale e autonomo il suo dissenso verso il regime, a volte fin anche con troppa evidenza[1]. Rita e Gino ebbero numerosi figli: Eugenio 1930, Maria Teresa 1932, Piergiorgio 1934, Maria Emilia 1936, Laura 1938, Riccardo 1943, anno in cui Giacomo Luigi Borgna iniziò la partecipazione attiva al CLN. Già dal 25 luglio Rita Màspero accentuò la sua posizione antifascista, accanto al marito che aveva avuto modo di conoscere Alcide De Gasperi in visita al fratello Augusto ospite a Borgomanero da Achille Marazza. Infatti in quei giorni vennero diffuse tramite Marazza le Idee ricostruttive della Democrazia Cristiana e il Programma di Milano. Alcune riunioni del CLN si svolsero presso la cascina tra Cressa e Bogogno di proprietà Borgna e la stessa loro casa di Borgomanero divenne presto un centro informativo e di smistamento di persone e materiali, così che Rita fu parte attiva dell’azione clandestina e conobbe i fratelli Di Dio, che lei ed il marito consideravano come figli. Proprio da Borgna prese le mosse Alfredo Di Dio verso l’Ossola. Ma quando il marito, ricercato, si vide costretto alla clandestinità, anche Rita sfuggì alla cattura, nascondendosi con i figli a Pella dalla sorella e poi a Grassona da Don Giovanni Vandoni. Sostenne il marito e, con i figli più grandi, la Resistenza, in particolare la Valtoce. La loro casa venne requisita dalla Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) e dalla loro cascina di Bogogno vennero prelevati dai garibaldini trenta bovini. Alla vigilia della liberazione, Rita Maspero si presentava coraggiosamente per essere risarcita del furto e dei danni subiti alla casa, con scarso risultato, ma con la gioia imminente di poter esporre sul balcone la bandiera tricolore il 25 aprile.

Ecco il ricordo redatto dalle volontarie e dai volontari del Museo della Resistenza “Alfredo Di Dio” di Ornavasso.

Giacomo Luigi Borgna è stata una figura di primo piano nella Resistenza Italiana. Antifascista da sempre, non poteva che essere totalmente impegnato nella lotta di Liberazione e poi nella ricostruzione della vita politica e civile italiana. Era un uomo d’azione organizzativa e, pur avendo idee politiche molto chiare, non dedicava tempo a scriverle in modo teorico, bensì si dedicò alla loro realizzazione concreta. La moglie, Rita Maspero, che gli fu sempre accanto, ci ha lasciato qualche stralcio di suoi discorsi che oggi ci illuminano.

Antifascismo

“La cospirazione antifascista, da cui nacque la Resistenza, fu un grande dilemma. L’opposizione al fascismo fu difficile anche se non paragonabile ai rischi dell’antinazismo. Cospirare voleva dire: pazienza, impegno, pericolo. Per i cattolici, come per tutti, si poneva il problema di accettare il fatto compiuto di una linea politica che si poteva sperare redimibile o passare all’opposizione perché non si credeva nella redimibilità.

Molti cattolici cooperavano col fascismo perché era il regime di fatto e di diritto. Altri, per quanto pochi si opposero e l’opposizione richiese pazienza, tempo e censura, lavoro di studio, di indagine, di prospettiva e per ultimo, particolarmente significativo, vi fu un movimento di élite che non attese il ’42 o il ’44 per avere un volto e lanciare un invito.

Come il seme di frumento per dare il frutto deve marcire nella terra, così l’anelito della resistenza doveva annientarsi nelle umiliazioni più cocenti, nei drammi più disumani, nell’attesa più snervante, nella rabbia impotente di fronte a certe manifestazioni grottesche, per poi sfociare nel periodo più eroico che va dal 1943 al 1945.

Tutti quelli che avevano taciuto per anni si ritrovarono per comunicare, per esprimere le loro idee e soprattutto per formare una unità che sebbene inferiore di numero a quella del fascismo era straordinariamente superiore per forza morale che veniva dall’ideale di libertà, di giustizia, di altruismo che animava questi uomini…. “

in Rita Borgna “La nostra Resistenza” estratto dagli appunti di Giacomo Luigi Borgna, stampato in proprio, Borgomanero 1978.

 Resistenza fu…

“Fu un avvenimento tragico, ma fu premessa per instaurare il nuovo ordine democratico e sociale nella libertà.

Fu una rivolta e importò unità di azione contro gli arbitrii di oppressioni domestiche e straniere.

Contro le responsabilità dei delitti razzistici, contro la dittatura di stato-partito.

Fu invito ad attuare le libertà: rispetto allo straniero, al regime politico, alla giustizia sociale.

Servì per attuare la difesa di valori spirituali e di cultura.

Ma per fare ed ottenere tutto questo, occorse combattere per costruire la libertà politica e sociale sugli odii, sui risentimenti, sui lutti, per attuare lo stato di diritto al di sopra delle diverse collocazioni politiche, diverse fedi religiose, condizioni sociali, per difendere l’uomo dall’oppressione, dalla paura, dalla ingiustizia.

Fu un monito a ciascuno di noi: per impegno, senso di responsabilità; ai giovani: perché apprezzino il bene della libertà, voluto dai padri con i sacrifici.

Ma fu una delle grandi idee che fanno storia ed hanno una visione universale di pace, di progresso, di libertà”.

in Rita Borgna “La nostra Resistenza” estratto dagli appunti di Giacomo Luigi Borgna, stampato in proprio, Borgomanero 1978.

Noi non vogliamo dimenticare il suo esempio, non vogliamo dimenticare la sua lezione pratica.

Bibliografia di riferimento

  • Giacomo Luigi Borgna, in Rita Borgna “La nostra Resistenza” estratto dagli appunti di Giacomo Luigi Borgna, stampato in proprio, Borgomanero 1978.
  • Giovanni A. Cerutti, Giacomo Luigi Borgna, un popolare alle origini della nostra democrazia, Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea nel Novarese e nel Verbano Cusio Ossola “Piero Fornara”, Novara 2008.
  • Enrico Massara, Antologia dell’antifascismo e della Resistenza novarese, Istituto Storico della Resistenza “Piero Fornara”, Grafica Novarese, Novara 1984.
    Giovanni Cerutti, L’eredità politica di Giacomo Luigi Borgna, con un ricordo di Eugenio Borgna, Borgomanero 2018.
  • Leggere la Resistenza, a cura di Maria Silvia Caffari, Grazia Vona, Margherita Zucchi, Museo della Resistenza “Alfredo Di Dio” di Ornavasso e Raggruppamento Divisioni Patrioti “Alfredo Di Dio”, Omegna 2020.

[1] Giacomo Luigi Borgna, un popolare alle origini della nostra democrazia, di G.A. Cerutti, Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea nel Novarese e nel Verbano Cusio Ossola “Piero Fornara”, Novara 2008, pp.55 e ss.