I protagonisti de #lanostraResistenza: Piero Fornara
#lanostraresistenza
Novara 1897-1975.
Socio fondatore e primo Presidente dell’Istituto dal 1968 al 1975. Figlio e nipote di primari medici dell’Ospedale Maggiore di Novara, si laureò a pieni voti nel luglio 1920 all’Università di Torino, ottenendo subito una borsa di studio all’estero. Allievo delle cliniche di Marfan e Nobecort, risultò primo assoluto al titolo di Docteur en Puericulture all’Università di Parigi. A Vienna, alla Clinica Czerny, fece un anno di internato, per rientrare poi in Italia ove divenne assistente prima e aiuto poi all’Ospedale “Cesare Arrigo” di Alessandria. Nel 1924 aprì l’ambulatorio pediatrico dell’Ospedale Maggiore di Novara e nel 1926 ne divenne Assistente di ruolo con l’incarico di direttore dell’annesso Befotrofio provinciale. Il 6 febbraio 1930 fu nominato Primario Pediatra, incarico che ricoprì ininterrottamente sino al 1967 anno in cui gli subentrò l’amico e allievo Aldo Schiavini. Il 29 gennaio 1929 ottenne la libera docenza in pediatria: vinta la cattedra all’Università di Pisa, si vide preclusa la possibilità di esercitare l’insegnamento rifiutando l’iscrizione al partito fascista. Il suo altissimo contributo scientifico ottenne riconoscimenti in tutto il mondo (alla morte si contarono circa 500 pubblicazioni): fu membro della Società italiana di Pediatria e nel 1947 ne divenne Vicepresidente; fu anche membro corrispondente delle pari società francese, svizzera e argentina.
Educato dal padre, consigliere provinciale del gruppo cavallottiano, alle idee democratiche, alla vigilia del primo conflitto mondiale assunse una ferma posizione neutralista, senza nascondere le sue simpatie irredentiste. Durante il ventennio fascista, mantenne un atteggiamento di distacco e di critica, quando non anche di aperta sfida, cosa che gli procurò non pochi problemi. La sua fama e il suo prestigio, fecero sì che, dopo il 25 luglio 1943, gli antifascisti tutti e le autorità si rivolsero subito a lui per garantire il rinnovamento dell’apparato amministrativo.
L’intensa attività clandestina, che si svolgeva principalmente tra la sua casa di Corso Cavour 15, l’ambulatorio e in altri locali dell’Ospedale Maggiore, fu principalmente volta alla raccolta di fondi per le formazioni partigiane, al collegamento con i Cln di Milano, Torino e della provincia, all’organizzazione di un’efficiente rete di informatori che gli consentì di inviare bisettimanalmente notizie ai consoli americano e inglese a Lugano. Il 25 ottobre 1944 venne arrestato con alcuni suoi collaboratori, messo al muro e minacciato di morte. Sì salvò, ma per mesi la sua abitazione e l’ospedale furono piantonati da militi fascisti. Nei giorni della Liberazione partecipò attivamente alle trattative di resa delle truppe tedesche e fasciste, dando un fondamentale contributo al fine di evitare alla città un bagno di sangue. All’unanimità il Cln lo designò Prefetto, carica che resse sino al febbraio 1946. Ebbe con le autorità alleate rapporti anche burrascosi, rivendicando la piena autonomia del governo italiano. Nel giugno dello stesso anno venne eletto all’Assemblea Costituente ove partecipò ai lavori della Iª Commissione permanente. Con la promulgazione della Carta costituzionale cessò anche il suo impegno politico diretto, preferendo tornare alla sua professione di medico dei bambini. Alla fine degli anni Sessanta presiedette prima il Consiglio federativo della Resistenza e poi dal ’68 il Raggruppamento unitario della Resistenza novarese (Anpi-Fiap-Fivl) al cui notiziario “Resistenza unita” diede un prezioso contributo. A Fornara sono state intitolate una via e una scuola media statale a Novara e la scuola elementare di Romagnano Sesia. Il 6 dicembre 2005, presso la Prefettura di Novara, è stata scoperta una lapide che ricorda il Prefetto della Liberazione. Il 6 febbraio 1976, trasferitosi l’Istituto nel suo appartamento di Corso Cavour, l’Assemblea consorziale decise all’unanimità di intitolargli l’Istituto stesso.
#lanostraresistenza
I protagonisti
Carlo Suzzi
Il partigiano “Quarantatrè”, sopravvissuto alla strage di Fondotoce.
Le iniziative sono realizzate grazie al contributo della Fondazione CRT.