Un importante apparato fotografico, che fa parte dei fondi del nostro Istituto, consente di ripercorre visivamente i momenti salienti della Liberazione della città di Novara, avvenuta nel pomeriggio del 26 aprile, e documenta le giornate successive con la presa dei poteri da parte del C.L.N. 

Le prime testimonianze fotografiche, con gli scatti ad opera degli stessi partigiani, provengono dal quartiere di Veveri, avamposto scelto dai garibaldini alla periferia della città, dove sin dalle prime ore della mattina si tennero i primi contatti tra partigiani e tedeschi grazie alla mediazione fondamentale di Monsignor Leone Ossola, amministratore apostolico della città dall’ottobre del 1943. Formula che aveva evitato all’alto prelato di giurare fedeltà alla Repubblica Sociale, come previsto dai Patti Lateranensi del 1929. 

Leone Ossola a colloquio con un tedesco.

Nella ricostruzione storica complessiva, la documentazione fotografica raccolta a Veveri, molteplici scatti e anche delle riprese video successivamente utilizzate da Luchino Visconti per il suo documentario “Giorni di gloria”, emerge in maniera incontrastata la figura di Leone Ossola e la sua opera di mediazione, svolta durante tutto l’arco della giornata del 26 all’interno del neutrale Vescovado, alla presenza anche dei membri del C.L.N. novarese e delle autorità della Repubblica Sociale. La sua mediazione, oltre a consentire l’accordo tra le parti nonostante le differenti posizioni all’interno dei comandi militari germanici, eviterà alla città e alla popolazione novarese di conoscere direttamente gli scempi della guerra combattuta all’interno dei centri abitati. Sempre di Leone Ossola esistono altre immagini fotografiche nei nostri archivi, che testimoniano di incontri ufficiali tenuti nelle settimane successive sia con i membri delle varie istituzioni locali che con i rappresentanti del Governo Militare Alleato, a sottolineare l’importanza della figura e il carisma di quello che poi verrà insignito dalla città del titolo di “Defensor Civitatis”.

Il corpo principale degli scatti che abbiamo selezionato e proposto nelle pagine “Le immagini della Liberazione”, sono ad opera di Umberto Bonzanini, fotografo tra i più noti in città, che con il suo stile inconfondibile, scattò un totale di circa 400 immagini, di cui purtroppo solo un centinaio sono giunte fino a noi. Le immagini si riferiscono ai momenti salienti che condussero alla firma a palazzo Rossini, sede del comando germanico, della “convenzione” che permise l’ingresso in città dei partigiani alle ore 18 del 26 aprile.

Le delegazioni si preparano a raggiungere il comando tedesco per la trattativa finale.

La successiva selezione delle immagini, relativa alle giornate del 28 e 30 aprile (purtroppo scarsa per il 28, abbonante per il 30), ci restituisce due momenti molto diversi. Il 28 fu una giornata ancora carica di tensione per il tentativo fallito da parte di un gruppo di soldati tedeschi che con quattro carri armati e due autoblindo, tentarono di raggiungere l’autostrada per congiungersi ad una colonna amica che sarebbe transitata da li a poco. Il tentativo, bloccato nei pressi della stazione ferroviaria dalla reazione partigiana, fu l’ultimo atto di guerra a cui assistettero i novaresi. L’altro avvenimento importante della giornata, sempre documentato da Umberto Bonzanini, fu sicuramente l’arrivo delle prime avanguardie alleate in città. Si trattava di due ufficiali inglesi della missione Cherokee, il maggiore Robert Readhead e il capitano Mark Terry, che furono accolti in Prefettura da Piero Fornara. 

L’arrivo degli Alleati in Prefettura.

Il 30 aprile la situazione si presentò molto differente rispetto ai giorni precedenti, sotto tutti i punti di vista. Le immagini mettono in evidenza un clima generale disteso e festoso. La resa dei tedeschi in Italia, firmata il giorno precedente, aveva allontanato definitivamente ogni timore su possibili gesti irrazionali da parte dei militari nazisti. La sfilata solenne, organizzata per quel giorno, a cui parteciparono tutte le brigate del Novarese e della Valsesia, comprese quelle che dopo il 26 erano state inviate a Milano, si tenne in un clima di vera festa, con le strade colme di cittadini grazie anche alla giornata di sole. Anche in questo caso, l’inquadramento dei combattenti fu in piazza Vittorio Emanuele e sempre dal balcone del Coccia presero la parola i comandanti partigiani e le vedove dei caduti.

“Le immagini della Liberazione” sono tratte dal fondo fotografico e dal fondo Bonzanini, custoditi presso l’Istituto e pubblicate in Eugenio Bonzanini (a cura di), Il ricordo è la Vita, Novara, 2018.