Anche quest’anno il progetto ProMemoria Auschwitz si è concluso con una restituzione pubblica. Come cinque anni fa, la rappresentazione si è svolta al Coccia, ma con alcune differenze rispetto all’edizione del 2012. In cinque anni il progetto è cresciuto, è cresciuto il numero degli aspiranti “moltiplicatori di memoria”, dei giovani che su questo progetto lavorano in modo permanente tramite il GEC della Memoria di Sermais, dei comuni che collaborano al cofinanziamento delle quote e di quelli che ospitano la lezione preparatoria sui luoghi dell’Olocausto del Lago Maggiore.

Il Piccolo Coccia non sarebbe stato sufficiente ad accogliere gli ottocento tra partecipanti e spettatori che la sera del 30 aprile 2016 erano in sala per la restituzione messa in scena dai ragazzi e dagli animatori, accompagnata da un  vero spettacolo teatrale, La Scelta, che vanta oltre 600 repliche in Italia e all’estero.

Ha scritto Davide Tamagnini, responsabile del progetto:

“Benvenuti. Siamo alla fine o all’inizio di un viaggio, dipende. Questa sera vi racconteremo 5 storie: una vedrà protagonisti i ragazzi che quest’anno hanno partecipato a Promemoria Auschwitz, sarà la loro storia, il loro viaggio nel cuore dell’Europa, nel periodo più buio del ‘900 per visitare i campi di stermino di Auschwitz e Birkenau e non solo. Le altre 4 ce le racconteranno Marco Cortesi e Mara Moschini con lo spettacolo LA SCELTA ci parleranno della vicina, in termini di spazio e tempo, guerra dei Balcani. 5 storie  per tentare di raccontarvi il volto migliore della nostra umanità; come vuole il paradosso, toccheremo l’abisso per poi rimbalzare alla vita!.

Prima però un ringraziamento a chi ha permesso che tutto ciò potesse realizzarsi:

  • grazie al comune di Novara, al suo appoggio fin dalla prima edizione di questo progetto, 5 anni fa, e grazie perché col suo patrocinio questa serata può godere della splendida cornice del teatro Coccia.
  • grazie alle Fondazioni Banca popolare di Novara e Comunità del novarese perché il loro contributo economico non è mai venuto a mancare.
  • grazie al comune di Cerano, Granozzo e Romentino che quest’anno hanno messo a bilancio dei fondi per garantire ad alcuni dei ragazzi che tra poco vedrete sul palco di partecipare. Grazie alla Provincia di Novara per il suo patrocinio.
  • grazie all’ISRN, il partner più autorevole e disponibile con cui sul territorio, da sempre, abbiamo costruito il percorso di preparazione che i nostri ragazzi hanno intrapreso prima della loro partenza, il 12 febbraio scorso.
  • Grazie agli amici di Deina, che ogni anno organizzano Promemoria dando questa possibilità migliaia di giovani provenienti da tutta Italia. Deina è il plurale della parola deinos che Sofocle usa nell’Antigone per descrivere la stupefacente capacità degli uomini di essere terribili e meravigliosi allo stesso tempo, di costruire e di distruggere. Di essere determinanti. Plurale perché gli esseri umani esistono nella relazione.
  • E alla fine dei doverosi ringraziamenti in famiglia: a tutte le persone di Sermais e, in particolare, alle ragazze e ai ragazzi che avendo viaggiato con noi negli anni passati, ogginon smettono di incontrarsi per accompagnare altri ragazzi a vivere la stessa sconvolgente esperienza, continuando così quel lento, ma necessario esercizio di cittadinanza attiva. Come vi dicevo all’inizio, le 5 storie che ascolterete stasera sono impastate dei più opposti contrari: là, dove l’uomo ha cercato di vincere sull’uomo, spingendolo ad essere di meno, noi, abbiamo riscoperto il valore dell’essere di più, che letteralmente e sul piano del senso in portoghese si dice proprio Sermais.  Buona serata a tutti e grazie a ciascuno di voi!”

Ecco alcune delle riflessioni prodotte dai ragazzi, per chi non fosse in sala:

Mentre guardavo tutti quei capelli, quei pettini, quelle scarpe, sono rimasta paralizzata, scioccata, il mio cuore era incapace di provare qualsiasi emozione: terrore, rabbia, tristezza. Nulla.

“Poi sono uscita dal campo e con la consapevolezza di essere fuori, sono venute fuori anche le lacrime, il dolore. Ho abbracciato i miei amici e persone che non conoscevo come mai avevo fatto prima. La stessa cosa è successa a Birkenau: le emozioni si sono rivelate alla fine, quando mi sono fermata a guardare il campo nella sua crudele grandezza, avvolto nel silenzio.”

“C’è sempre una soluzione a tutto, anche alla morte. dico questo perché so cosa significa confrontarsi con essa. Io non mi sono arresa, ho continuato a lottare, ad amare la vita e le persone che hanno percorso e percorrono la strada con me. perché se c’è una cosa che ho imparato da questo viaggio è che l’amore vince su tutto.”

7 giorni. Bastano 7 giorni per cambiare una persona. 7 giorni intensi, certo, ma essenziali. L’esperienza con Promemoria Auschwitz non è stata una semplice visita ai campi, non abbiamo solamente toccato con mano un periodo storico buio, non abbiamo visitato una città, uno stato, un popolo distrutto. In 7 giorni abbiamo vissuto emozioni. Vi parlerò del nostro viaggio, sì, ma non di come io ho pianto ai campi di sterminio, non di come mi sono commossa nei momenti più spensierati, non parlerò nemmeno delle risate che ho fatto. Perché concentrerei tutto su di me e se c’è una cosa che ho imparato e che ha profondamente cambiato la mia persona è l’importanza del senso di appartenenza ad una collettività. È proprio da quest’ultima cosa che vorrei partire, ma come concretizzarla? Essendo indispensabile, ma soprattutto facendo sentire indispensabile la collettività che mi circonda. In questi 7 giorni loro [si gira verso i compagni alle sue spalle] sono stati la mia collettività e ogni singola persona è stata indispensabile. Centinaia di ragazzi da tutta Italia, ma se fosse mancato uno solo di loro non sarebbe stato lo stesso. Quindi vi dico: siate indispensabili. Fate di chi vi sta accanto l’indispensabile.

La nostra storia è iniziata così, e così mi piacerebbe potesse continuare: con un abbraccio.” [I ragazzi si sono abbracciati e sono scesi in platea ad abbracciare il pubblico]

Un abbraccio così forte che io, che la sera del 30 aprile 2016 ero proprio a Sarajevo, dopo essere stata a Mostar e Sebreniza con altri ragazzi, ma essendo stata in viaggio con quelli che stavano sul palco del Coccia, ho sentito forte come il 16 febbraio nell’Auditorium di Cracovia.  Perché ci sono viaggi che iniziano senza finire e vale la pena di continuare.

 

Elena Mastretta

 

Qualche numero:
Promemoria Auschwitz 2016:
soggetti promotori: ass. SERMAIS, ass. DEINA e Istituto Storico della Resistenza di Novara e VCO
patrocinio di: Comune e Provincia di Novara
contributo di: Comune di Novara, Cerano, Granozzo, Romentino; Fondazione Banca Popolare Novara, Fondazione Comunità del novarese.
61 ragazzi partecipanti di diverse scuole di novara e delle università + 3 adulti
viaggio dal 12 al 18 febbraio
4 incontri di preparazione con l’ISRN e Sermais
5 incontri al ritorno dal viaggio per rielaborare l’esperienza e preparare la restituzione alla città