A settanta anni dalla posa della prima pietra del “Villaggio Dalmazia” di Novara.
Il 3 ottobre 1954 a Novara veniva posata la prima pietra di un nuovo quartiere che ufficialmente
prenderà il nome di “Villaggio Dalmazia”, conosciuto più comunemente da tutti come il
“Villaggio”. Edificato nella periferia sud della città era destinato nella quasi totalità ad
accogliere le famiglie che da un decennio vivevano all’interno del Centro Raccolta Profughi
della Caserma Perrone, nell'omonima via del centro cittadino. Si trattava in gran parte di esuli
Giuliano-Dalmati provenienti dal confine orientale d’Italia al termine del secondo conflitto
mondiale, da quei territori che l’Italia, con il Trattato di pace firmato a Parigi il 10
febbraio 1947, aveva dovuto cedere alla Repubblica Federale di Jugoslavia guidata dal
Maresciallo Tito. Ma non solo, anche se in misura minore, l’assegnazione degli alloggi di
“edilizia popolare e popolarissima” riguarderà anche gli italiani rimpatriati dalle ex colonie
d’Africa o espulsi dai paesi europei o nord-africani.
A distanza di sette decenni dalla posa di quella prima pietra, l’Istituto Storico della
Resistenza e della società contemporanea nel Novarese e nel Verbano-Cusio-Ossola “Piero Fornara”
di Novara, ha organizzato una serie di iniziative per approfondire diversi aspetti dell’Esodo
Giuliano-Dalmata in Piemonte.
Il convegno Giuliani e Dalmati in Piemonte. Esodo, accoglienza, ricordi”, si occuperà
dell’accoglienza e integrazione dei nostri connazionali nelle diverse province della regione.
Saranno presentate riflessioni su questi due aspetti, ma anche sulla percezione pubblica del
fenomeno nel corso di questi settant'anni e sulle conseguenze psicologiche del distacco dalle
proprie origini.
La mostra fotografica “Face de Villaggio”, realizzata da Mario Finotti, pone invece delle
riflessioni sugli aspetti identitari di un gruppo di individui che, grazie al trasferimento in
massa dal Centro Raccolta Profughi al Villaggio Dalmazia nella primavera del 1956, ha evitato la
seconda e definitiva diaspora. Grazie a questo passaggio collettivo, la comunità
giuliano-dalmata novarese ha mantenuto quasi del tutto intatte fino ai giorni nostri le
tradizioni familiari, i modi di parlare e gli stili di vita originari.
Ancora, allo scopo far avvicinare un maggior numero di cittadini ad un tema importante per la
storia del paese, in collaborazione con il Centro Novarese Studi Letterari e Biblioteca Civica
Negroni sono stati organizzati una serie di incontri nell’ambito de “I giovedì letterari” che
promuoveranno, durante il mese di ottobre, la rassegna “Letture di confine”, con la
presentazione di libri che mettono al centro la produzione letteraria sul confine orientale
d’Italia.
Infine, per gli studenti delle scuole superiori della città, la Sezione Didattica dell’Istituto
ha organizzato una giornata di approfondimento con la presenza di testimoni dell’Esodo presso
l’Istituto Fauser di Novara.