L'arresto dei Covo-Arditi
Erano le ore 15 del mercoledì 15 settembre '43, con un gruppetto di ragazzi stavo chiacchierando davanti al "Dopolavoro", attuale bar Roma. Improvvisamente a forte andatura provenienti da via Gravellona giunsero due camionette con a bordo soldati tedeschi. Frenarono improvvisamente rasentandoci tanto da costringere buona parte degli amici a precipitarsi nei locali del Circolo per non venire investiti. Si fermarono in mezzo alla strada di fronte alla chiesa parrocchiale. Erano molto giovani, indossavano divisa grigio-verde con berretto a visiera. Era la prima volta che ci capitava di vedere soldati tedeschi. Scesero dalle macchine e parlarono con un giovane mergozzese che lavorava in Germania ed era in quei giorni in licenza. Questi salutando con gesto nazista rispose alle domande nella loro lingua, quindi noi non comprendemmo una parola di quanto si dissero. Risalirono in macchina e si portarono in piazza Cavour dove chiesero a qualcuno di accompagnarli alla villa dei signori Covo, posta in alto sulla collinetta del Sasso. Mario Covo era di origine ebraica ed aveva sposato una mergozzese, Maddalena Stramba. In quel tempo ospitavano due nipoti anch'essi ebrei, i coniugi Alberto e Mati Arditi, rifugiatisi, come altri cittadini di origini ebraiche, in questi luoghi vicino al confine con la Svizzera pronti ad espatriare, ben conoscendo le intenzioni naziste nei loro confronti.
Purtroppo non fecero in tempo a mettersi in salvo: quel pomeriggio furono arrestati ed invano don Bergamaschi, che iniziava con quell'intervento una lunga serie di atti a favore dei più deboli e indifesi, si provò invano ad ottenerne la liberazione.
Il mattino dopo, mentre tornavo dai campi con mia mamma, giunto in località Brusco vidi la strada provinciale, allora in terra battuta, bagnata di sangue a larghe pozze. Durante la notte una famiglia che abitava una casa nascosta nel bosco, nelle immediate vicinanze, udì le grida disperate di uomini e di una donna frammiste a raffiche di armi automatiche e ad urla gutturali di tedeschi. I mergozzesi furono sempre convinti che i signori Covo-Arditi trovarono la morte in quel luogo, anche se i corpi non furono mai ritrovati.
Armanini Carlo
in BOLOGNA P. (A CURA DI), Quando i picasass presero le armi, Comune di Mergozzo, 1997
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