Ormai da tempo si è affermata in alcuni Paesi europei - fra cui la Francia e, negli ultimi tempi, l'Italia - la tendenza a realizzare musei diffusi sul territorio (chiamati "ecomusei"), capaci di valorizzare la memoria storica di una comunità legandola direttamente al contesto ambientale e, in particolare, a quei "luoghi della memoria" che hanno fatto da sfondo ad avvenimenti significativi o che sono ancora in grado di evocare una situazione o un particolare stato d'animo. E' venuta così maturando una nuova capacità di guardare il territorio e le tracce del suo passato ed è nata una nuova concezione di museo.
   L'"ecomuseo" è un museo all'aperto, diffuso sul territorio, nel quale il contesto ambientale e il paesaggio consueto (le vie e le piazze cittadine, i sentieri di montagna e il paesaggio, i monumenti e gli edifici) si trasformano sotto i nostri occhi nel teatro vivo della storia, rendendo manifesta l'infinita rete di collegamenti che unisce la realtà attuale a un passato più o meno recente.
   All'interno di questa tradizione europea di "ecomusei", si colloca il progetto La memoria delle Alpi, che il Consiglio Regionale del Piemonte, d'intesa con la Giunta Regionale e gli Assessorati alla Cultura e all'Economia Montana, ha deciso di sviluppare in una cornice transfrontaliera, nell'ambito del Programma comunitario "Interreg III".
   L'intento del progetto è quello di promuovere e trasmettere, in particolare alle giovani generazioni, la memoria del territorio alpino, intesa sia come "memoria fisica" (la sua storia naturale, la sua morfologia, l'insediamento umano con le sue opere più durature e i conseguenti effetti sull'ambiente e sul paesaggio), sia come "memoria storica" di determinati periodi ed eventi che hanno impresso un segno profondo nel ricordo delle popolazioni locali e nel più vasto immaginario collettivo.