presentazione
il sentiero Beltrami
il sentiero Chiovini
la repubblica partigiana dell'Ossola
- Presentazione
- Lo svolgersi della Resistenza in Ossola dall'8 settembre 1943 al 25 aprile 1945
- I principali Protagonisti della Repubblica dell'Ossola
- Quadro generale della prima liberazione dell'Ossola
- Descrizione dei percorsi a Domodossola e Valli
- Descrizione dei percorsi sulla destra della Toce
- Descrizione dei percorsi sulla sinistra della Toce
- Apparati
apparati
crediti redazionali
Istituto storico della resistenza e della società contemporanea Pietro Fornara
la memoria delle alpi
Presentazione

Sentieri partigiani nella Repubblica dell'Ossola



    Nella storia dell'Ossola, le vicende verificatesi dall'8 settembre 1943 al 25 aprile 1945 ne fanno uno dei periodi più intensi e importanti, anche per il riverbero che le stesse hanno avuto in campo nazionale e internazionale.
   In questo arco di tempo un evento significativo è stata la prima liberazione della zona, nel settembre-ottobre 1944, dando vita a quella che successivamente è stata denominata "Repubblica dell'Ossola".
   L'Ossola libera visse quaranta giorni di democrazia intensa, quasi una prova generale del futuro Stato italiano, retta da persone di buon senso animate da ideologie diverse e appartenenti a partiti differenti, ma che lavorarono insieme per il bene della collettività, senza inutili antagonismi.
   In mezzo ad un conflitto tremendo i rettori della "Repubblica dell'Ossola" avevano saputo evitare inutili violenze, senza mai far prevalere la "ragione" delle armi.
   Si trattò di gente comune poi tornata nell'ombra o antifascisti rientrati dalla Svizzera, personaggi che talvolta nel dopoguerra hanno poi assunto incarichi di rilievo a livello parlamentare, istituzionale e nei partiti della nuova Italia.
   La "Repubblica dell'Ossola" non è stata un prodotto solo locale, ma una realtà che è patrimonio di tutto un Paese e con un respiro europeo.
   L'Ossola e le sue Valli - Anzasca, Antrona, Bognanco, Divedro, Antigorio e Formazza, Vigezzo, senza dimenticare la limitrofa Val Grande - e la Valle Cannobina sono percorse da strade e sentieri che toccano o attraversano luoghi dove la lotta di liberazione ha lasciato dei segni, oggi più o meno evidenti.
   Ripercorrere queste strade, camminare su questi sentieri, fermarsi in questi luoghi significa effettuare un pellegrinaggio laico alle radici della nostra Repubblica.



Uno dei cippi che ricordano i confini della zona libera
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