presentazione
il sentiero Beltrami
- Presentazione - Il Sentiero Beltrami
- Dall'antifascismo alla Resistenza Filippo Maria Beltrami il "signore dei ribelli"
- La nascita delle prime formazioni partigiane nel Verbano Cusio Ossola
- Luoghi, protagonisti, azioni della Brigata Patrioti Valstrona da Quarna a Megolo
- Varie
- La Stampa
- Canzoni e Poesie
- Il Bollettino militare della Formazione F. Beltrami
- Il Nemico
- Ezio Maria Gray
- Enrico Vezzalini
- Apparati
il sentiero Chiovini
la repubblica partigiana dell'Ossola
apparati
crediti redazionali
Istituto storico della resistenza e della società contemporanea Pietro Fornara
la memoria delle alpi
Enrico Vezzalini

   Nacque a Cesanelli di Rovigo il 16 ottobre 1904.
   In gioventù ricoprì la carica di comandante provinciale della Gioventù Italiana del Littorio. Già iscritto al Partito Nazionale Fascista aderì nel 1943 al Partito Fascista Repubblicano e fu membro del Tribunale Straordinario di Verona per il giudizio a carico dei membri del Gran Consiglio.
   Nel novembre del 1943, mentre partecipava al congresso del Partito a Verona, ricevette l'incarico dal segretario Pavolini di recarsi a Ferrara in seguito all'uccisione del commissario federale Ghisellini.
   Nella città estense fece fucilare 11 persone (tra cui 2 ebrei) venendo così nominato prima commissario federale e successivamente capo della Provincia di Ferrara.
   Durante la sua prefettura operò la malfamata compagnia "Giorgi" (un reparto speciale aggregato della Guardia Nazionale Repubblicana), detta dei "Tupin".
   Il 22 luglio 1944 fu nominato capo della Provincia di Novara con lo specifico compito della lotta antipartigiana in accordo con il Comando Tedesco, partecipando in prima persona ad alcune azioni come la riconquista dell'Ossola dopo la Repubblica partigiana, nell'ottobre 1944.
   Anche a Novara, Vezzalini si fece raggiungere dalla compagnia dei "Tupin", comandata dal capitano Tortonesi. Il reparto divenne praticamente la guardia del corpo dela capo della Provincia.
   Accanto a questi agiva la squadra speciale di polizia detta "Squadraccia" comandata prima dal questore Pasqualy e poi dall'agente Martino¹.
   Le due formazioni, su ordine di Vezzalini, seminarono il territorio di strag e terrore.
   Il 22 settembre 1944 il capo della Provincia dispose l'arresto e l'assegnazione ad un campo di concentramento "di tutti i congiunti maschi, dai 15 ai 65 anni, di renitenti, disertori e banditi", nonché la confisca dei loro beni².
   Il 9 dicembre 1944 Vezzalini fu sostituito come capo della Provincia da Alberto Zuccherini. Intorno alla metà di gennaio del 1945 abbandonò Novara con una sessantina di "tupin" dirigendosi a Bologna dove rimase fino a febbraio, quando l'intera compagnia fu cacciata dal comando tedesco perché ritenuta responsabile delle violenze in città. Si diresse perciò nel Modenese, stabilendovisi fino all'aprile del 1945 e rendendosi responsabile di furti e stragi.
   Dopo la guerra fu arrestato e condannato a morte "mediante fucilazione nella schiena" che fu eseguita a Novara il 23 settembre 1945³.



1 Vezzalini caldeggiò la promozione ad ufficiale per meriti di guerra dell'agente Martino.

2 In "Ieri Novara Oggi", aprile 1996 n. 4-5, p. 167.

3 Il 13 giugno 1945, sostituiti i tribunali del popolo con le CAS (Corte Assise straordinarie), l'Ufficio del Pubblico Ministero ottenne la condanna a morte di Enrico Vezzalini, Arturo Missiato, Domenico Ricci, Salvatore Santoro, Giovanni Zeno e Raffaele Infante. Condanne eseguite all'alba del 23 settembre 1945 al poligono di tiro di Novara.
Vezzalini
Fucilazione di Vezzalini e alcuni membri della Squadraccia
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