Ezio Maria Gray
Nacque a Novara il 9 ottobre 1885.
Si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza presso l'Università di Torino senza raggiungere la laurea, quando iniziò a scrivere su "La Riforma", periodico dell'Associazione Democratica della Provincia di Novara, poi su "Il Corriere di Novara", su "L'Avanti della domenica" e persino su "II grido del popolo" dei proletari torinesi.
Fu volontario nella guerra di Libia (1911-1912) come ufficiale di Fanteria e nello stesso tempo come giornalista e osservatore politico. Rientrato in Italia, nel dicembre 1912 sposò la scrittrice Ubertis Teresa, in arte Terésah (1874-1964).
Col grado di capitano fu ancora volontario nel 1915 e al fronte si meritò una medaglia d'argento ed una di bronzo al valor militare. Dagli appunti presi in trincea scrisse il libro "Con le fanterie sarde. Giornate sull'altipiano e sul Piave".
Politicamente costituzionale, con la fine della guerra si orientò con i nazionalisti di Enrico Corradini venendo eletto deputato al Parlamento per accostarsi successivamente ai fascisti novaresi.
Partecipò ad azioni violente contro i socialisti: tra queste, rimase memorabile l'estromissione della giunta e del sindaco Giuseppe Bonfantini dal palazzo Civico di Novara nel luglio 1922 dove lui fu presente e attivo con il quadrumviro Cesare Maria De Vecchi, con Amedeo Belloni, Roberto Forni, Filippo Oddone Mazza, e altri, plaudendo poi per la nomina del Commissario.
Nell'ottobre 1922, pur non essendo ancora iscritto al Partito Nazionale Fascista, partecipò alla marcia su Roma e fu lui ad abbracciare per primo Mussolini al suo arrivo nella capitale il giorno 30, prima che si presentasse a Vittorio Emanuele III per ricevere l'incarico di formare il nuovo governo.
Con l'affermazione del fascismo Gray diresse varie federazioni come commissario straordinario, senza rinunciare al giornalismo. Membro del direttorio nazionale del Partito nel 1924, deplorò sul momento l'uccisione di Giacomo Matteotti, per poi considerarla necessaria; nello stesso anno fu ammesso nel Gran Consiglio del Fascismo.
A Novara fu presidente della Società Storica Novarese dal 1929 al 1945, e presidente della Biblioteca Civica e Negroni, alla quale, nel 1934, donò una notevole quantità di suoi libri.
Divenne Luogotenente (Generale di Divisione) della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, vice presidente delle Corporazioni delle Professioni e delle Arti, Presidente dell'Istituto Luce, Alto Commissario alla C.I.T., Vice Presidente della Camera, Commentatore Ufficiale politico e sodale delle "Cronache del Regime" dai microfoni dell'E.I.A.R, e poi, nel 1941, vice presidente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Nel 1940 l'Università di Ferrara gli assegnò la laurea ad honorem in Giurisprudenza. All'estero (Grecia, Spagna, Romania, Ungheria, Tunisia) tenne cicli di conferenze sull'ordinamento corporativo, svolgendo, per conto di Mussolini, missioni di fiducia ed incarichi segretissimi.
Nel 1943 aderì alla Repubblica Sociale Italiana impegnandosi nella stampa e propaganda sia come direttore della Gazzetta del Popolo sia presiedendo l'ente radiofonico.
Il 27 aprile 1945 si presentò spontaneamente alle autorità della Prefettura di Como. Messo in carcere, fu processato nell'ottobre dello stesso anno e condannato a venti anni di detenzione, ma nel 1946 ritornò libero grazie ad un'amnistia e aderì al Movimento Sociale Italiano di cui divenne divenne prima deputato e poi senatore della Repubblica. Fu pure consigliere comunale di Novara e di Roma.
Nell'ottobre 1949 Gray fondò "Il Nazionale", settimanale durato venti anni, sino alla sua morte avvenuta a Roma l'8 febbraio 1969.
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