A Cireggio, sopra a Omegna, la famiglia Beltrami possedeva una casa per le vacanze già da alcune generazioni. Ricordando il marito Filippo Maria, la moglie
Giuliana Gadola, ha più volte affermato: "
In pratica vi era nato e per lui era un punto di riferimento insostituibile"¹ . In effetti, ël scior Filippo, come era chiamato in zona, vi trascorse lunghi periodi della sua giovinezza: era, dunque, molto conosciuto e apprezzato.
Nell'ambiente del Lago, i coniugi Beltrami ebbero contatti con le famiglie Tarsis, Nigra e Pestalozza.
All'epoca una linea tramviaria collegava Omegna con Pallanza mentre la ferrovia Novara-Domodossola consentiva di comunicare velocemente con la Svizzera e i grandi centri della pianura padana.
Nel 1942, in seguito a un bombardamento su Milano, la famiglia prese la decisione di trasferirsi a Cireggio. Filippo nel frattempo era rimasto nel capoluogo lombardo perché richiamato in servizio come ufficiale.
Si trovava però sul lago in licenza quando avvennero la destituzione e l'arresto del Duce il 25 luglio del 1943.
L'8 settembre, alla notizia dell'armistizio, Beltrami riuscì a fuggire dalla caserma di Baggio ormai circondata dalle truppe tedesche. Dopo quattro giorni, in bicicletta, riuscì a raggiungere Cireggio. Seguirono giorni inquieti e pieni di preoccupazioni: alla casa Beltrami fu un continuo viavai di persone che chiedevano aiuto e suggerimenti. Il precipitare della situazione avrebbe consigliato di esilare in Svizzera. L'ipotesi fu valutata, ma subito scartata.
Tra i tanti, un gruppetto di "ragazzi" di
Quarna andò a trovarlo proponendogli di prendere il comando della loro banda: avevano deciso di organizzarsi e resistere all'occupazione. Una nuova guerra si affacciava all'orizzonte. Giunse per tutti il tempo delle scelte.
La decisione fu presa assieme alla moglie: Beltrami accettò convinto che occorreva passare all'azione. Fra gli uomini che costituivano quel primo nucleo di patrioti c'erano Peppino Beldì, Franco Rossari,
Albino Calletti, i fratelli Donato e Pasquale Ferrari,
Pippo Coppo e
Bruno Rutto.
Il 20 settembre 1943 la piccola formazione lasciava Cireggio per le baite sopra Quarna, stabilendosi presso l'Alpe Frera di
Camasca.
A Cireggio, Beltrami tornò solo dopo la sfortunata battaglia di Megolo, il 14 febbraio 1944 quando si tennero i suoi funerali.
Nel 1993, proprio nella piazzetta di fronte alla casa Beltrami, per iniziativa dei partigiani e della città di Omegna è stato eretto un monumento che lo ricorda.
1 Mauro Begozzi, "Il Signore dei Ribelli", pg. 97.