Il Verbano nella primavera 1944
Tra il 1943 e il 1944 il Verbano accresce la sua importanza strategica per la sua posizione geografica a ridosso della Svizzera a cui è collegato da tre strade e dalla linea ferroviaria del Sempione. Ha anche importanza economica per la presenza di industrie belliche e delle centrali idroelettriche dell'Ossola. Nei primi anni di guerra il Verbano non subisce bombardamenti e la relativa tranquillità del territorio attrae dal 1943 numerosi sfollati dalle città lombarde e, dopo l'armistizio, ebrei in cerca di una via di fuga in Svizzera e militari alleati fuggiti dai campi di prigionia.
L'avanzata degli Alleati in Italia costringe inoltre l'esercito tedesco e i fascisti della RSI a trasferire nel Verbano produzioni industriali di rilevante interesse bellico. Dall'ottobre 1943 la RSI concentra inoltre nel Verbano e in provincia di Varese numerosi centri di formazioni per le forze armate i cui allievi sono spesso impegnati durante i corsi in operazione contro i partigiani.
Fin dal settembre 1943 si costituiscono sui monti del Verbano primitivi nuclei di resistenza armata formati inizialmente da militari, che dopo l'8 settembre rifiutano l'arruolamento coatto, e successivamente da giovani sfollati. Questi primi nuclei danno vita tra l'autunno e l'inverno alle prime bade sui monti del Verbano: il "Valdossola", la "Giovane Italia" e la "Cesare Battisti". Inizialmente l'attività di queste bande è rivolta al reclutamento, al reperimento di armi e munizioni, di viveri e vestiario. Sono anche impegnate nell'accompagnare oltre confine ebrei e militari alleati.
Queste bande raccolgono anche giovani sfollati diventando così ben presto un punto di riferimento per le scelte resistenziali del milanese e della Lombardia occidentale. Tra aprile e maggio queste bande, trasformate nel corso della primavera in formazioni organizzate, si irrobustiscono con giovani verbanesi e ossolani che rifiutano la chiamata alle armi.
Bibliografia
MIGNEMI A., Val Grande: giugno 1944, in "Le Rive" n° 4/1999
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