Cronologia
Settembre 1943 - giugno 1944
1943
13 settembre
Nasce il CLN a Verbania formato dai democristiani Natale Menotti e Iginio Fabbri, dai comunisti Mario Catena ed Ettore Maffioli di Mergozzo e dai socialisti Vincenzo Andreani e Giovanni Bossi.
Ottobre
Nasce sui monti di Miazzina un gruppo di partigiani formato da una decina di giovani riuniti attorno al sacerdote di Busto Arsizio don Enzo Alboni. Nella primavera 1944 prenderà il nome di "Giovane Italia".
Novembre - dicembre
Nasce il battaglione "Valdossola" dalla fusione di un gruppo di partigiani guidati da Mario Muneghina "Mario" proveniente dalla Valle Antigorio con il gruppo guidato da Dionigi Superti e operante nella zona di Premosello-Colloro.
La formazione (20-25 uomini) si attesta all'alpe Ompio ed è comandato da Superti.
Novembre
Nasce, per iniziativa di tre ufficiali (Armando Calzavara "Arca", Giuseppe Perozzi "Marco" e Enzo Plazzotta "Selva") che si uniscono ad un piccolo gruppo di partigiani guidato da Franco Plazzotta "Platea", la "Cesare Battisti". "Arca" ne diventa il comandante e attesta la formazione nella zona del Monte Zeda e in Valle Intrasca.
1944
24 gennaio
Primo scontro a fuoco tra partigiani della "Cesare Battisti" e fascisti ad Intra (cinque feriti partigiani e tre fascisti).
29 gennaio
Scontro a fuoco a Bieno tra partigiani del "Valdossola" guidati da Superti e Muneghina e fascisti (cinque morti fascisti e undici feriti). Per rappresaglia i fascisti bruciano case e cascinali e uccidono una contadina.
11-12 febbraio
Battaglia dell'alpe Ompio. 500 fascisti assaltano il "Valdossola" che resiste e solo il pomeriggio del 12 si ritira a Corte Buè. E' il primo rastrellamento nel Verbano.
11 febbraio
Al ritorno dall'assalto di Ompio i fascisti cadono in un'imboscata tesa da sette partigiani della "Giovane Italia" e della "Cesare Battisti" al ponte di Santino (cinque morti fascisti).
9-10 marzo
Scioperi nei principali stabilimenti industriali di Verbania.
Inizio aprile
Attacco fascista al distaccamento del "Valdossola" a Corte Buè. L'attacco viene respinto senza perdite dopo sei ore di combattimento.
6 aprile
Scontro a Intra tra fascisti e partigiani del "Valdossola" (muore un partigiano).
27 aprile
Partigiani della "Cesare Battisti" occupano il presidio fascista di Premeno e prelevano armi e munizioni.
28 aprile
Attacco fascista, con appoggio aereo, alle postazioni del "Valdossola" sui Corni di Nibbio. L'attacco viene respinto.
Gli aerei bombardano l'alpe Vercio sopra Mergozzo e distruggono numerose baite e stalle.
21 maggio
Attacco fascista alle posizioni della "Giovane Italia" nella zona di Pian Cavallone. I fascisti bruciano il rifugio alpino, sede del comando partigiano.
24 maggio
Tre partigiani del "Valdossola" catturano 17 fascisti del presidio di Ponte della Masone vicino a Vogogna. Rientrano in Val Grande con quattro prigionieri e molte armi.
25 maggio
Scade l'ultimatum fascista di richiamo alle armi; nessuna defezione tra i partigiani.
30 maggìo
All'alba trenta partigiani del "Valdossola" al comando del capitano "Mario", dopo aver fatto esplodere una mina, fanno irruzione nel presidio fascista di Fondotoce: quattro morti e quarantacinque prigionieri. Grosso bottino in armi, munizioni e viveri.
1° giugno
Partigiani della "Cesare Battìsti" catturano a Ghiffa il capo di Gabinetto del Ministero dell'Africa Italiana che viene scambiato con un compagno arrestato.
3 giugno
Una pattuglia di partigiani del "Valdossola" e della "Giovane Italia" si scontra sul lungolago di Intra con un'autoblindo fascista.
8 giugno
A Ponte Spoccia, in Valle Cannobina, un reparto fascista sorprende e cattura un gruppo di perseguitati politici in transito per la Svizzera, guidati da un partigiano. Nella notte stessa un reparto della "Cesare Battisti" al comando di "Arca" attacca per due volte la caserma di Cavaglio ìn cui sono rinchiusi i prigionieri. Sopraggiungono rinforzi tedeschi da Cannobio. Un tedesco ucciso. Nessuna perdita tra i partigiani che sono costretti a desistere.
10 giugno 1944
Inizia l'ammassamento di truppe tedesche e fasciste per l'accerchiamento della Val Grande lungo l'anello Verbanìa - Fondotoce - Domodossola Valle Vigezzo - Cannobio.
11 giugno 1944 Nel pomeriggio i primi attaccanti giungono a contatto con i partigiani a Ponte Casletto. Il rastrellamento della Val Grande è iniziato.
luglio - agosto 1944
Luglio 1944
Finito il rastrellamento, Superti con trenta superstiti si attesta a Colloro e inizia la ricostruzione del "Valdossola".
Mario Muneghina con altri trenta partigiani si stacca dal "Valdossola" e ad Alpe Velina costituisce la nuova formazione ""Valgrande Martire"".
"Guido il Monco" con i superstiti della "Giovíne Italia" è a Miazzina.
A Scareno si ritrovano i cinquanta superstiti della ""Cesare Battisti"" attorno ad "Arca".
Agosto
Ai primi di agosto la "Giovane Italia" guidata da "Galli" (Marco di Lella) confluisce nella ""Valgrande Martire"" che diventerà 85° Brigata ""Valgrande Martire"" della 2° Divisione Garibaldi "Redi", di cui diventano comandante Mario Muneghina, commissario Pippo Coppo; comandante della brigata è Galli.
Sui monti di Cannero nasce, per iniziativa di Filippo Frassati e Nicola Lazzari, la banda "Giuseppe Perotti" (comandante Filippo Frassati).
14 luglio
Un reparto del "Valdossola" blocca un treno alla stazione di Cuzzago e cattura i diciassette fascisti di scorta (quindici vengono fucilati).
18 luglio
Quaranta partigiani della ""Cesare Battisti"", dopo aver bloccato il presidio fascista di Intra, prelevano dallo stabilimento Nestlé 50 quintali di viveri che vengono trasportati a Premeno. Parte vengono distribuiti tra le formazioni della zona e parte tra la popolazione.
23 luglio
A Colle tre camionette tedesche piombano alle spalle di una squadra della ""Cesare Battisti"" in trasferimento. Cadono tre partigiani e un ragazzo di 13 anni. Tre sono feriti e tre catturati.
29 luglio
Venti uomini della "Perotti" al comando di Frassati e Lazzari catturano al completo il presidio fascista di Oggebbio.
2 agosto
Partigiani della ""Cesare Battisti"", dei GAP di Milano e della 127° Garibaldi SAP di Gallarate, in collaborazione con gli operai dello stabilimento Isotta Fraschini (produzione di armi) di Cavaria, catturano i dieci militari tedeschi di guardia nella fabbrica e caricano due autocarri che vengono guidati da quattro partigiani travestiti da soldati tedeschi, fino al comando della ""Cesare Battisti"" a Pian Cavallo. Le armi vengono divise tra le formazioni ""Cesare Battisti"", ""Valgrande Martire"" e "Perotti".
3 agosto 1944 Una squadra della "Perotti", guidata da Nicola Lazzarí, aggira e sorprende un reparto tedesco in esplorazione sulle pendici del Monte Zuccaro in Val Cannobina. Dopo un breve combattímento il nemico si arrende: un morto e 18 prigionieri che vengono disarmati, spogliati e scortati al confine svizzero.
7 agosto
Quaranta partigiani della "Valgrande Martire" attaccano il presidio di Finero. L'attacco, diurno e frontale, fallisce dopo un'ora di combattimento.
14 agosto
Venticinque partigiani della "Valgrande Martire" scendono all'ospedale di Intra per liberare un compagno catturato ferito. I fascisti, avvertiti, inviano rinforzi che respingono l'attacco partigiano. Due partigiani vengono feriti, uno catturato e fucilato sul lungolago di Intra.
26 agosto
Scontro a fuoco tra partigiani della "Cesare Battisti" e soldati tedeschi a Cannobio (un tedesco ucciso e uno ferito).
E' il primo in città. Il comando tedesco locale reagisce arrestando a caso 55 abitanti di Cannobio e trattenendoli come ostaggi.
27 agosto
Cinque partigiani della "Valgrande Martire" attaccano un posto di blocco a Intra.
29 agosto
Alle 8 del mattino un reparto di soldati tedeschi su sette autocarri giunge a Premosello per effettuare una rappresaglia in seguito alla cattura di un commilitone. Sono marinai del "Marineinsatzkommando 80", comandato da Waldemar Krumhaar che ricopriva anche l'incarico di responsabile della 5a Zona di Sicurezza con sede all'albergo Regina Palace di Stresa, e alcuni Georgiani, ovvero ex prigionieri dell'Armata Rossa incorporati fra le truppe del Reich, negli "Ostbataillonen". Nello scontro con una pattuglia del "Valdossola" cade ucciso un partigiano e altri due sono feriti. Poi i tedeschi uccidono a pugnalate due donne e un uomo. Un altro viene abbattuto con una raffica mentre sta cogliendo mele su un albero e altri tre cittadini vengono feriti. Infine i tedeschi incendiano 33 abitazioni e cascine (otto vanno distrutte) e partono con 50 ostaggi, che rilasceranno due giorni dopo in cambio del transito indisturbato di un'autocolonna di rinforzo ai presidi di Domo e dell'alta Ossola.
Fine agosto
Avviene l'unificazione per necessità di coordinamento operativo tra la "Cesare Battisti" e la "Perotti": nasce la Divisione "Piave".
settembre - ottobre 1944
31 agosto
Il comando tedesco di Cannobio intima ai partigiani di riconsegnare alcuni militari dell'aeronautica fascista catturati a Valmara, pena l'impiccagione degli ostaggi catturati (le forche sono nel frattempo preparate sul lungolago di Cannobio). Il comando della "Piave" respinge il ricatto e decide di attaccare Cannobio, dopo essere stato informato che il morale dei tedeschi è basso e che la guardia di finanza e la pubblica sicurezza sono disposte a cedere al primo attacco.
2 settembre
In mattinata reparti della "Piave" isolano Cannobio occupando Traffiume e Cannero. Alle 13,30 viene aperto il fuoco da tutte le posizioni soprastanti contro le postazioni dei tedeschi e dei fascisti. Alle 15,30 i partigiani passano all'attacco. Dopo mezz'ora di combattimento ravvicinato, i tedeschi che reagiscono debolmente, si arrendono. Il presidio fascista invece respinge la resa, mentre il tentativo nemico di inviare rinforzi da Luino con un battello viene respinto. In accordo con il comando della "Piave", la "Valgrande Martire" impegna il presidio di Intra per tutta la giornata.
3 settembre
Anche i fascisti si arrendono a Cannobio.
L'occupazione viene estesa a Oggebbio e al posto di confine di Valmara. La gioia della popolazione liberata è grande, anche se turbata dal trasferimento degli ostaggi cannobiesi a Varese. Viene nominato un commissario civile per regolare la vita della cittadina, mentre iniziano trattative con le autorità svizzere per ottenere viveri. I prigionieri tedeschi vengono inviati in Svizzera in cambio della promessa che gli ostaggi saranno liberati, mentre i fascisti vengono rilasciati, meno sette che sono stati fucilati.
5 settembre
Nell'abitato di Trobaso si accende un combattimento tra cinquanta partigiani della "Valgrande Martire" e cento fascisti. Dopo due ore di combattimento i partigiani si ritirano con un ferito grave e due prigionieri che vengono successivamente fucilati. Per rappresaglia i fascisti catturano dieci ostaggi tra la popolazione e ne fucilano uno.
Poiché il comando della "Piave" teme che il nemico possa attaccare Cannobio alle spalle, nel pomeriggio del 5 invia un reparto autotrasportato, comandato da "Nemo", verso l'alta Val Cannobina. In serata il reparto si affaccia a Finero dove i tedeschi dei locale presidio si danno alla fuga: ma otto vengono catturati.
6 settembre
Da Finero il reparto si porta a Malesco in Valle Vigezzo e in serata libera la valle da Druogno a Ponte Ribellasca.
9 settembre
Tedeschi e fascisti riconquistano Cannobio.
10 settembre - 14 ottobre
Repubblica dell'Ossola
9 - 13 ottobre
Truppe tedesche e fasciste riconquistano i monti del Verbano e la Val Cannobina.
14 ottobre
I nazifascisti entrano in Domodossola.
Fine ottobre
La pesante sconfitta militare della Repubblica dell'Ossola e il conseguente rastrellamento mettono in difficoltà le forze partigiane. La Divisione "Valdossola" e la brigata "Perotti" sono sconfinate in Svizzera; anche parte della "Valgrande Martire" e metà della ""Cesare Battisti"".
Della "Cesare Battisti" rimangono 40 partigiani a Scareno comandati da Marco e 50 dispersi nei paesi della valle. Della "Valgrande Martire" (450 uomini in settembre) rimangono 60 partigiani (25 a Cicogna e a Velina; 35 sparsi nei paesi).
Nonostante la sconfitta, comandanti e partigiani recuperano armi e viveri e si riorganizzano in attesa dell'inverno.
novembre 1944 - aprile 1945
2 novembre
Da Lugano, "Arca" rientra a Scareno e riprende le redini della "Cesare Battisti".
Metà novembre
Mario Muneghna, dopo una lunga marcia sui monti dell'Ossola, rientra e Velina e riorganizza la "Valgrande Martire".
10 novembre - 24 dicembre
Riprende la guerriglia partigiana e gli scontri a fuoco con tedeschi e fascisti. Avvengono sei scontri a fuoco con morti e feriti da entrambe le parti.
Dicembre 1944 - gennaio 1945
Viene istituito il "Comando Zona Ossola" a cui fanno riferimento tutte le formazioni partigiano del Verbano Cusio Ossola: la Divisione "Valtoce", la 2° Divisione Garibaldi "Valgrande Martire", la Divisione "Beltrami", la brigata ""Cesare Battisti"".
Viene istituito il 2° settore operativo Zona Ossola (sinistra della bassa valle del Toce, Verbano e Valle Vigezzo) comandato da Mario Muneghina "Mario" e commissario di guerra Armando Calzavara "Arca".
Ad Ascona viene istituito il "Posto 24" per facilitare il rientro in Italia dei partigiani fuoriusciti e a Crealla il "Posto 24 bis".
Nasce il SIP (Servizio Informazioni Partigiane) guidato da Gino Sansone.
Gennaio - febbraio
I partigiani aumentano la pressione militare con frequenti incursioni a Verbania. Tedeschi e fascisti sono chiusi nelle postazioni fortificate da cui escono solo in forze per veloci azioni di rastrellamento.
21 febbraio
Scontro tra 12 partigiani e 150 fascisti alle Biuse di Olzeno, sopra Gurrone in Val Cannobina.
25 febbraio
A Trarego vengono uccisi sette partigiani della "Volante Cucciolo" (brigata "Cesare Battisti") e due civili; si salvano il comandante della Volante Nino Chiovini e un partigiano. Chiovini costituirà la "Volante Martiri di Trarego".
26 febbraio
Un reparto antiguerriglia tedesco brucia Cascè, frazione di Cicogna.
Marzo
Dall'unione della "Valgrande Martire", autorizzata a lasciare la 2° Divisione Garibaldi, e della "Cesare Battisti", nasce la Divisione "Mario Flaim", formazione che realizza l'unità di tutte le forze partigiane del Verbano.
21 aprile
La Divisione "Mario Flaim" attacca Intra e si ritira ordinatamente in serata.
22 aprile
Tedeschi e fascisti si rinchiudono negli accantonamenti fortificati. Le pattuglie partigiane controllano Verbania.
23 aprile
Un tentativo di sbarco di truppe nazifasciste in battello da Laveno viene respinto. Nella notte le truppe tedesche lasciano Verbania.
24 aprile
I partigiani della Divisione "Mario Flaim" entra in Verbania, liberata e in festa. I fascisti si arrendono. Una colonna della "Cesare Battisti" libera Cannobio.
Il rastrellamento della Val Grande
Cronologia
11 giugno - 1° luglio 1944
11 giugno
Nel pomeriggio le prime truppe tedesche e fasciste attaccanti giungono a contatto con i partigiani a Ponte Casletto. In serata si ritirano verso Rovegro.
12 giugno
Attacco nazifascista in forze sul fronte Ponte Casletto - alpe Scellìna - Corte Buè. Duri scontri a Ponte Casletto (dove vengono fatti saltare i ponti) e ad Alpe Velina. Dieci morti partigiani e due fucilati la sera stessa a Rovegro. Cicogna è sottoposta a massiccio bombardamento.
In serata, al comando del capitano "Mario" il grosso del "Valdossola", per sottrarsi all'accerchiamento in atto, si ritira in direzione della Val Pogallo; un secondo gruppo, al comando del maggiore Superti lo tallona a distanza di una decina di ore.
13 giugno
Truppe tedesche occupano Cicogna, proseguono fino ad Alpe Prà e si spingono in Val Pogallo.
14 giugno
Tedeschi e fascisti attaccano la "Giovane Italia". Scontri ad Alpe Cavallotti e lungo il Pizzo Pernice. Il comando della legione fascista "Leonessa" cade in un'imboscata a Comero (muoiono il colonnello comandante la legione e altri tre ufficiali).
Una colonna del "Valdossola" al comando di "Mario" si dirige in Val Cannobina, mentre una seconda al comando di Superti si appresta a rientrare in Val Grande attraverso la bocchetta di Campo.
15 giugno
Continua la difesa della "Giovane Italia" lungo Pizzo Pernice e Pian Cavallone.
16 giugno
Vengono attaccate le posizioni della "Cesare Battisti". Duri scontri hanno luogo a Colle Bìogna, Pian Vadà e Alpe Fornà, mentre prosegue la difesa di reparti della "Giovane Italia" sul Pizzo Marona. Combattimenti del "Valdossola" a Pian dei Sali e Alpe Polunia.
17 giugno
Due partigiani vengono fucilati a Ponte Casletto, otto ad Aurano. Si conclude il combattimento sul Pizzo Marona con la morte di tutti i difensori. A Verbania si scatena la caccia all'uomo: in pochi giorni i rastrellati salgono a 86. Verranno inviati nei campi di concentramento in Germania.
18 giugno
Scontro a bocchetta di Scaredi. Quattro partigiani vengono fucilati a Falmenta, diciotto a Pogallo.
20 giugno
43 partigiani fucilati a Fondotoce.
Imboscata tedesca all'alpe Portaiola: muoiono trenta partigiani della colonna di Superti.
21 giugno
17 partigiani fucilati a Baveno.
22 giugno
Undici fucilati ad Alpe Casarolo.
23 giugno
Quindici fucilati a Finero.
27 giugno
Nove fucilati a Beura.
1° luglio
Hanno termine le operazioni di rastrellamento. Le perdite partigiane sono gravissime: quasi trecento morti. I superstiti sono circa 160 di cui cinquanta feriti o malati.
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