Anche Velina bruciava
Partiamo dalla Casa dell'Alpino, tutti insieme coi fascisti. Il capitano tedesco dice all'interprete di andare a Corte del Bosco. Passiamo fuori dalla colmetta verso la val Pogallo. Là è ancora tutto tranquillo. A Busarasca c'era mio cognato. Qualche giorno dopo sono arrivati i fascisti e si tiravano i quartitt di burro sulla schiena e sulla faccia.
Sopra Ucciascia hanno perso la strada nelle felci. Noi abbiamo fatto finta di niente. lo la strada gliel'avrei insegnata volentieri ma solo per portarli a perdersi. Veniva notte. Lì sotto c'erano le baite di Ucciascia. Giù tutti a dormire. Si vedevano già molti incendi negli alpeggi. Anche Velina bruciava. Segno che un'altra colonna era già arrivata.
All'indomani mattina vedo che i tedeschi sì radono con le loro macchinette. Tutte le mattine facevano la barba. Il capitano chiama l'interprete e fa chiedere la strada per il paese. L'interprete dice: "Rastrellamento finito. Tutto finito.
Ritorniamo a Rovegro ma dopo un'ora sì riparte.
Non abbiamo mai capito cos'era capitato. Fatto sta che ci dicono: "Si va a Velina di sotto". Alla Vota vedo la mia baita di Velina che brucia. Nella valletta prima di Velina abbiamo trovato una decina di zaini abbandonati dai partigiani in fuga. Arriviamo al mio corte. Bruciava. lo faccio finta di niente naturalmente. 1 partigiani avevano messo un cartello con scritto Comando, e qualcos'altro. 1 tedeschi hanno riso ma l'hanno lasciato. Abbiamo proseguito fino a Núscei, l'ultimo corte prima della discesa nella valle.
Lì ho rischiato di essere fucilato perché il capitano tedesco mi ha fatto chiedere dov'era il ponte di Velina. "Non so". E l'interprete: "Strano che conoscete Velina e non sapete dov'è il ponte. Ma io, franco: "Io a Velina sono venuto poco, e solo da questa strada, andata e ritorno". Il capitano si è convinto. Se avessi tartagliato un po' mi avrebbe fucilato di sicuro. Ormai era sera e un tedesco faceva segnalazioni con l'alfabeto Morse.
Il mattino dopo andiamo giù in valle. Nella notte il capitano tedesco era sceso con alcuni soldati e aveva fatto una passerella di legno perché il ponte in muratura era stato distrutto dai partigiani per fermare l'attacco. Siamo andati dentro per la Val Grande. A Orfalecchio non ci siamo nemmeno fermati. 1 tedeschi tiravano il filo del telefono lungo la strada. L'hanno tirato fino In la Piana. Allora i sentieri erano ancora in ordine. Una colonna era già davanti.
Paolo Bariatti
Testimonianza in VALSESIA T. Valgrande ultimo paradiso Alberti, Verbania, 1985
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