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Istituto storico della resistenza e della società contemporanea Pietro Fornara
la memoria delle alpi
L'ufficiale mascherato e il piano per la difesa della Val Grande

Superti era in Svizzera. A Orfalecchio c'erano il cap. "Nino" e il ten. Rizzato con circa ottanta uomini. Ricevetti io il mascherato, presente "Michele", un ispettore del CVL, arrivato in quel giorno da Milano. L'ufficiale fascista si professò nostro amico; non volle togliersi la maschera. Ci comunicò che il 18 giugno truppe fasciste e tedesche avrebbero operato in Val Grande; che 45 aerei avrebbero concorso all'operazione della durata di circa una settimana. Lui era l'addetto alla formulazione del piano d'attacco, quindi chiese a noi come volevamo che lo stesso fosse condotto. Le truppe impegnate nell'operazione sarebbero ammontate a circa 5000 uomini appoggiati dall'artiglieria e da parecchi mortai. Furono spiegate le carte topografiche e su esse dettai il piano. Il nemico doveva ammassarsi a ponte Casletto da Rovegro e di lì penetrare in Val Grande spingendo una colonna su alpe Boé, un'altra su alpe Velìna e una terza, percorrendo il fondovalle, per Orfalecchio e l'Arca, incontrare una quarta colonna che, ammassata a Premosello, sarebbe penetrata in Val Grande attraverso la Colma. L'ufficiale mascherato accettò il piano che considerò perfetto e se ne andò formulandoci i migliori auguri. Di lui non ho più saputo nulla; non ricordo chi mi disse che i tedeschi l'avessero fucilato ma non sono certo.
Non detti molto credito alla cosa, ma nello stesso tempo feci accelerare dai guastatori al comando di "Franco" (Frank Hellis ndr) il lavoro di posa delle mine su tutti i passi obbligati o difficili; minammo ponte Casletto e la galleria. Le capre fecero però esplodere parecchie mine che dovemmo ricollocare.
A Orfalecchio v'erano parecchi viveri a secco: scatolame del lancio, formaggio, farina gialla, riso e pasta. Avverto subito il cap. "Nino" e il ten. Rizzato di mettere in salvo i viveri e raccomando in caso di attacco anticipato di farmi avere viveri a secco per i miei uomini per almeno 15 giorni e munizioni. Il cap. Nino doveva prendere il comando degli uomini di tutti i distaccamenti da Orfalecchio in su, munirli di viveri a secco per almeno 15 giorni e abbondanti munizioni. In caso di attacco in forze prima dell'arrivo di Superti, avrebbe dovuto dividere le sue forze in piccoli gruppi e portarsi in alto, al coperto, dal lato della Val Pogallo; nel frattempo pattuglie composte dagli uomini più capaci e più pratici della valle avrebbero operato azioni fulminee sul nemico, causandogli perdite senza lasciarsi agganciare. Altrettanto disposi io per i miei uomini.
L'attacco, come si sa, fu anticipato di una settimana, con forze enormemente superiori anche se con pochi aerei. Del piano da me formulato non ci fu che ben poco.

Mario Muneghina
Testimonianza in CHIOVINI N. I giorni della semina

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