L'accerchiamento della Val Grande
Tra il 10 e il 14 giugno le truppe tedesche e fasciste completano l'accerchiamento della Val Grande attraverso l'Ossola, la Val Vigezzo e la Val Cannobina. L'attacco frontale avviene però nell'entroterra verbanese: l'11-12 giugno contro il "Valdossola" in Val Grande, il 14 contro la "Giovane Italia" sopra Miazzina in Valle Intrasca e il 16 contro la "Cesare Battisti" nella zona di Pian Vadà.
Le truppe tedesche impegnate nell'operazione sono la 236° divisione di fanteria proveniente dal fronte italiano e rinforzata da un battaglione di "SS Polizei" e gruppi della "Zollgrenschutz" (polizia confinaria). Le truppe fasciste sono formate dalla GNR di frontiera e da altri reparti GNR; Battaglione "Pontida", Legione "Tagliamento", gruppo corazzato "Leonessa", X Mas (battaglioni "Scirè" e "Castagnacci"). Sono truppe bene armate formate da alcune migliaia di soldati, appoggiate da batterie di cannoni da 105 e 149, dotati di mezzi blindati e appoggiate da aerei. Il piano d'attacco prevede l'accerchiamento della Val Grande, l'agganciamento e l'annientamento delle formazioni, l'eliminazione fisica dei partigiani.
Il rastrellamento è coordinato dal comando SS di Monza e diretto dal tenente colonnello Ludwig Buch, comandante del "SS-Polizeiregiment 15".
E' molto difficile conoscere con esattezza il numero dei soldati impiegati. Fonti fasciste parlano di oltre 2.000 uomini della GNR, a cui si debbono aggiungere i presidi locali e le truppe tedesche. Dovrebbero aver partecipato, ma il condizionale è d'obbligo, circa 4-5000 soldati tedeschi e fascisti (cifra molto distante dai 17.000 di cui parla Nino Chiovini) . La stima è significativa del rapporto di 1 a 10 tra partigiani e rastrellatori.
Bibliografia
GALLI G., Memorie ritrovate. I diciassette ragazzi fucilati a Baveno nel giugno 1944, Istituto storico "P. Fornara", Comune di Baveno, Baveno, 2004.
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