presentazione
il sentiero Beltrami
- Presentazione - Il Sentiero Beltrami
- Dall'antifascismo alla Resistenza Filippo Maria Beltrami il "signore dei ribelli"
- La nascita delle prime formazioni partigiane nel Verbano Cusio Ossola
- Prime formazioni
- Formazione Massiola
- Brigata Patrioti Valstrona
- Formazione Valdossola
- Brigata Cesare Battisti
- Formazione Giovine Italia
- Dopo Megolo
- Formazione Redi
- Divisione Alpina F. M. Beltrami
- Formazione Valtoce
- Luoghi, protagonisti, azioni della Brigata Patrioti Valstrona da Quarna a Megolo
- Varie
- Apparati
il sentiero Chiovini
la repubblica partigiana dell'Ossola
apparati
crediti redazionali
Istituto storico della resistenza e della società contemporanea Pietro Fornara
la memoria delle alpi
Dopo Megolo

   Con la morte di Beltrami tedeschi e fascisti ritennero inizialmente di aver stroncato il "ribellismo" partigiano nella zona del Verbano Cusio e Ossola. Diversamente, da quel momento, attraverso successive tappe e sacrifici anche enormi, le forze partigiane presero a costituirsi in formazioni sempre più organizzate e organiche.
   Nacquero così, in tempi e modi diversi: la IIª divisione d'assalto Garibaldi "Redi", la divisione alpina d'assalto "F. M. Beltrami"; la divisione "Valtoce"; la divisione autonoma "Valdossola" e la divisione "Mario Flaim".
   Questo periodo della resistenza fu caratterizzato da un'attività di guerriglia partigiana costante e in continuo sviluppo come numero e qualità di azioni, alla quale fece da contraltare la spietata recrudescenza della repressione nazifascista.
   Dall'aprile al giugno 1944 lo sforzo dei nazifascisti fu imponente: grandi rastrellamenti puntarono verso la Valsesia e verso il Verbano-Ossola. Queste azioni, costellate da innumerevoli stragi e uccisioni, da scontri e veri propri atti di terrore nei confronti della popolazione, dimostravano però l'impotenza della macchina militare tedesca e fascista nella lotta contro il "ribellismo". Infatti, non appena si esauriva la pressione, l'attività partigiana riprendeva con maggior vigore rafforzandosi per intensità. Sempre più alta fu, infatti, la renitenza ai continui "bandi" di richiamo della Repubblica Sociale Italiana.
   L'apice della lotta resistenziale nella zona fu raggiunto con la costituzione della Repubblica partigiana dell'Ossola il 10 settembre 1944, operazione che era stata preceduta da intensi attacchi a vari presìdi per tutto il mese d'agosto. In quei "quaranta giorni di libertà" vennero scritte pagine di straordinaria importanza per il futuro democratico non solo locale.
   La Repubblica crollò sotto l'assalto nazifascista del 19 ottobre dello stesso anno, ma dal punto di vista politico e psicologico il successo dell'impresa fu enorme. La maggior parte dei partigiani autori dell'impresa fu costretta a riparare in Svizzera, ma nonostante questo ben presto quasi tutte le formazioni si ricostituirono e dopo un durissimo inverno divennero protagoniste della liberazione di primavera.

Alcuni comandanti partigiani: Aldo Aniasi (1° a sin.), Paolo Scarpone, il colonnello Curreno, Mario Muneghina (al centro), Bruno Rutto (col giubbotto chiaro) e Albino Calletti (a destra), a Milano nei giorni della liberazione
powered by: Roberto Fonio - www.robertofonio.com