La formazione, conosciuta anche come "Divisione Azzurra", per la scelta del colore del fazzoletto, si formò nell'aprile del 1944 con il nome di "Primo Gruppo Ossola".
Dopo esser stato liberato dalle carceri di Novara,
Alfredo Di Dio riprese i contatti con i nuclei superstiti della precedente formazione comandata da Beltrami. Appurato che
Rutto aveva già creato una sua formazione, la
Divisione Alpina d'assalto "Filippo Maria Beltrami", Di Dio si spostò con
Cesare Bettini dalla
Valstrona verso Ornavasso. Qui trovò gruppi di giovani sbandati mentre dal piano molti ragazzi provenienti dalle file dell'Azione Cattolica tentavano di raggiungere le nuove formazioni partigiane, grazie all'aiuto dell'avvocato borgomanerese Giacomo Luigi Borgna (poi commissario politico della divisione), di don Antonio Vandoni, di Gino Zanni, di don Giuseppe Annichini ed di altri esponenti della Democrazia Cristiana locale.
Abbandonato perciò il primitivo progetto di riunire tutti i gruppi dispersi della "
Brigata Patrioti Valstrona", Di Dio si mise alla testa di una nuova formazione e si trasferì in Valdossola, dando alla stessa un carattere fortemente militare e apolitico. Il "Primo Gruppo Ossola" era costituito in più gruppi per esigenze sia di approvvigionamento sia perché ad esso si aggregavano gruppi già presenti nel territorio. "Occupava" in pratica le zone di Omegna, Casale Corte Cerro, Gravellona Toce, Ornavasso. Tra i gruppi più importanti che si aggiunse in seguito, quello guidato da Peppino Beldì.
Il "Primo Gruppo Ossola" superò il rastrellamento del giugno 1944 e diverse incomprensioni con altre formazioni come quella di
Pippo Coppo: il 1° luglio divenne così la divisione "Valtoce" sempre al comando di Alfredo Di Dio "Marco".
Da quel momento si intensificarono i contatti sia con la formazione di Bruno Rutto sia con la formazione di
Dionigi Superti e, grazie alla diserzione di reparti di cecoslovacchi e di georgiani, la "Valtoce" riuscì a dotarsi di armi e munizioni.
Ai primi di settembre del '44 iniziarono le operazioni che portarono alla liberazione della vallate e alla costituzione della Repubblica dell'Ossola, con l'instaurazione di una Giunta Provvisoria di Governo. In quel periodo la divisione pubblicò un suo giornale su carta azzurra.
L'offensiva nazifascista di ottobre, che portò alla fine della Repubblica, vide anche la morte del comandante "Marco" a Finero. Gran parte della formazione esulò in Svizzera, per rinascere poi su presupposti nuovi, sia organizzativi che politico-militari. Inizialmente il comando venne assunto da Vincenzo Beltrami "Barba" e da Eugenio Cefis "Alberto", poi sostituiti da Rino Pachetti nel gennaio 1945. Da quel periodo, la formazione fu fortemente influenzata e caratterizzata politicamente dal gruppo democratico cristiano di Busto Arsizio, anche se alcune brigate, come la "Stefanoni", comandata dall'azionista Renato Boeri, mantennero la propria autonomia.
Il 24 aprile 1945 le brigate della ricostituita "Valtoce" si diressero su Stresa, Baveno, Omegna, si divisero in due colonne e raggiunsero Varese e Milano, dove sfilarono il 6 maggio.