Dopo la battaglia di
Megolo, alcuni superstiti della formazione di Beltrami riuscirono a raggiungere la Valsesia attraverso la Bocchetta di Rimella. Tra essi, vi erano
"Pippo" Coppo e
"Gino" Vermicelli che si unirono agli uomini guidati da
"Cino" Moscatelli.
A Coppo fu assegnato, in qualità di commissario politico, il distaccamento "Fanfulla" (dipendente dalla VIª brigata "Gramsci") comandato da Aldo Aniasi "Iso", con il quale, a fine febbraio si trasferì nell'Ossola. Nel volgere di pochi mesi la formazione garibaldina s'ingrandì con i renitenti ai bandi della Repubblica Sociale Italiana¹ (divenendo la brigata Xª "Rocco") e con l'afflusso di altri battaglioni provenienti dalla Valsesia divenne la "IIª Divisione Garibaldi "Redi"", così chiamata in ricordo di
Gianni Citterio, caduto a Megolo. Strutturata sui distaccamenti "Camasco", "Fanfulla" e "Torino", sempre facente capo alle formazioni di Moscatelli, la divisione agì in quasi tutto il terriorio dell'Ossola. Ai tre distaccamenti s'aggiunse in seguito il distaccamento "Beltrami".
Gino Vermicelli divenne prima commissario della brigata "Rocco" (composto, tra gli altri, dai battaglioni "Fanfulla" e "Redi") e poi vicecommissario della divisione. Nella primavera del 1945 faceva organicamente parte del Raggruppamento Divisioni Garibaldi della Valsesia-Cusio-Ossola-Verbano, al comando di "Cino" e "Ciro" ed era alle dirette dipendenze del Comando generale, con sede a Milano. Il Raggruppamento comprendeva quattro divisioni ("Fratelli Varalli", "Redi", "Pajetta" e "Mario Flaim") con una forza complessiva di oltre 4.000 uomini.
La IIª Divisione d'Assalto Garibaldi fu costituita ufficialmente nell'agosto 1944 rendendo autonome le precedenti formazioni dalle brigate valsesiane.
In breve tempo, particolarmente nelle valli Antrona e Anzasca, culle del movimento partigiano ossolano, la "Redi" fu tra le protagoniste delle grandi battaglie per la liberazione dell'Ossola, dal luglio all'ottobre del 1944, che ebbero il loro culmine nella creazione della libera Repubblica.
Nonostante la repressione nazifascista la formazione non smobilitò e solo parte dei suoi effettivi riparò in Svizzera. Ben presto si diede nuova organizzazione e nuovo impulso, riuscendo addirittura a creare un ufficio stampa e una copisteria. Durante l'inverno, seppur ridotta, l'azione contro le formazioni nemiche proseguì con cadenza giornaliera in un territorio vastissimo che andava dalla Val Formazza al Cusio, comprendendo praticamente tutte le valli Ossolane e parte del Verbano². Nel marzo del 1945 arrivò ad operare persino in provincia di Varese. Dopo aver contribuito a bloccare la colonna Stamm³, la divisione intera giunse a Milano la sera del 25 aprile 1945. Quando smobilitò, la Divisione era la più forte e numerosa formazione partigiana del Verbano-Cusio-Ossola, comprendo oltre 1500 uomini.
1 Bando di richiamo del Maresciallo Graziani del 25 maggio 1944.
2 Nel febbraio 1945 la divisione era strutturata su 5 brigate.
3 Complessivamente circa 4800 uomini, tedeschi e della RSI, con una cinquantina di automezzi, una decina di carri armati e autoblindo che tentavano di raggiungere Milano e finirono per arrendersi a Novara.