presentazione
il sentiero Beltrami
- Presentazione - Il Sentiero Beltrami
- Dall'antifascismo alla Resistenza Filippo Maria Beltrami il "signore dei ribelli"
- La nascita delle prime formazioni partigiane nel Verbano Cusio Ossola
- Prime formazioni
- Formazione Massiola
- Brigata Patrioti Valstrona
- Formazione Valdossola
- Brigata Cesare Battisti
- Formazione Giovine Italia
- Dopo Megolo
- Formazione Redi
- Divisione Alpina F. M. Beltrami
- Formazione Valtoce
- Luoghi, protagonisti, azioni della Brigata Patrioti Valstrona da Quarna a Megolo
- Varie
- Apparati
il sentiero Chiovini
la repubblica partigiana dell'Ossola
apparati
crediti redazionali
Istituto storico della resistenza e della società contemporanea Pietro Fornara
la memoria delle alpi
Formazione "Massiola"

   La formazione "Massiola" fu creata da Antonio ed Alfredo Di Dio insieme a pochi compagni rifugiatisi in Valle Strona dopo l'8 settembre 1943. I fratelli Di Dio erano giunti da Vercelli e Novara a Cavaglio d'Agogna presso Carletto Leonardi che li aveva poi condotti ad Inuggio. Nel mese di ottobre a Massiola fu fondato il primo nucleo partigiano denominato "Compagnia Massiola".
   In seguito ad un incidente con Beltrami, i rispettivi comandanti fusero le due formazioni, la "Massiola" e la "Quarna" nella "Brigata Patrioti Valstrona".
   La formazione Massiola continuò quindi ad esistere all'interno del nuovo raggruppamento fino alla battaglia di Megolo del 13 febbraio 1944.

   Alla sorgente

   A una decina di chilometri da Omegna, in Valle Strona, nell'autunno 1943, camminava un gruppetto di uomini che venivano dal piano. Andavano a Inuggio, il luogo dove avevano stabilito di trovare rifugio. Marciavano silenziosi lungo un ripido sentiero, in fila indiana, guidati da un tenente carrista, Alfredo Di Dio, seguito dal fratello Antonio, ancora molto giovane.
   Giunsero ad un piccolo gruppo di case e si stabilirono in una di esse, che divenne la loro caserma. Era una casa antica, abbandonata, con le pareti rustiche e a nord del locale più spazioso un bugigattolo con le pareti tinte di nero dal fumo di un grande camino. Fra le case, alcune già diroccate, si snodavano viuzze strette e per lo più ripide, con il selciato irregolare e qui e là divelto dall'usura e dal tempo. Due mulattiere arrivavano da due direzioni diverse: dal fondo valle e da Massiola. Null'altro accolse quel primo gruppo di volontari assetati di libertà in questo eremo solitario e silenzioso, sperduto fra i boschi, in un angolo della Valle Strona ai piedi del Monte Massone.
   Quanti ricordano? Tanti! Perché quel primo nucleo di uomini divenne grande. La squadra divenne la "Compagnia Massiola" comandata da Antonio Di Dio.
   Da qui partivano e qui ritornavano come ad un nido caldo di affetto e sicuro contro il pericolo di incursioni. Le mamme erano mamme di tutti e le sorelle erano sorelle di tutti e tutti e tutte gioivano al loro ritorno e si rattristavano preoccupati ad ogni loro partenza. Solerti e generose, come si addice a chi vive sui monti, si prendevano amorevolmente cura di loro. Faticavano curve sopra una pozza d'acqua per lavare, oppure ansanti lungo i sentieri gravate da pesanti gerle piene di un po' di tutto, per rifornirli di viveri. Durante le incursioni dei nazifascisti qualcuno dei giovani del paese non mancava di raggiungere i partigiani. braccati fra i cespugli o nascosti tra le rocce, per informarli degli ultimi avvenimenti. Furono proprio questi luoghi e le loro genti, che non mancarono mai di dare ai partigiani il loro aiuto e tutto 1'affetto di cui disponevano, ad ispirare ad Antonio Di Dio, prima del suo sacrificio a Megolo, il canto che fu ed è rimasto l'inno e l'emblema della formazione: inizia con le parole "Mamma non piangere se più non tornerò" e si conclude con "... un partigiano vorrei sposar".
   I partigiani erano in pochi oltre ai due fratelli Di Dio. Alfredo, ufficiale dei carristi e comandante di compagnia a Vercelli, dopo 1'8 settembre 1943 aveva cercato di opporsi alle truppe tedesche, ma non aveva trovato il sostegno degli altri ufficiali. Con tre carri armati, allora, si era diretto a Novara, dove sperava di trovare maggiore collaborazione. A Novara entrò in contatto con alcuni antifascisti che lo indirizzarono a Cavaglio d'Agogna da Carletto Leo nardi, il quale gli consigliò di raggiungere Inuggio in Valle Strona. Vi giunse con il fratello Antonio, il sottotenente Fausto Testori, Marcello, Beppe, Gaspare Pajetta (il solo che possedeva una pistola) e qualcun altro.
   Alfredo mantenne i collegamenti con le varie organizzazioni antifasciste e, con alcuni compagni, compì diverse azioni, scendendo verso il basso Cusio, intese soprattutto a recuperare armi e munizioni. Antonio Di Dio era sempre più spesso a Massiola. Cortese e gioviale era affabile con tutti. Si intratteneva volentieri con le persone che incontrava per strada. Andava anche a Campello Monti e cercava di conoscere bene la valle. A Massiola fondò il primo nucleo partigiano operante in zona e lo chiamò "Compagnia Massiola". Chi ha suggerito queste note non sapeva rendersi conto del perché di tale scelta, ma è certo che Massiola fu per Antonio Di Dio il luogo di partenza della sua vita partigiana, che doveva purtroppo terminare tragicamente e troppo presto a Megolo. Siamo nell'ottobre del '43 e i monti scelti come primo campobase dai fratelli Di Dio sono stati quelli della Valle Strona: Inuggio come rifugio, specialmente per evitare le sorprese notturne, Massiola come punto di riferimento..… Il capitano Beltrami con i suoi uomini si spostò a Campello Monti e alla Piana del Forno, mentre il gruppo di Di Dio restò a Massiola e Forno. Le due formazioni unendosi diedero origine alla "Brigata Valle Strona". Al capitano Beltrami il comando e ad Alfredo Di Dio la direzione tecnico-militare. …

Testimonianze di Cesare Bettini e Giovanni De Giuli
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