Il 12 settembre 1943 Filippo Beltrami raggiunse la famiglia a
Cireggio e vi rimase dopo aver scartato l'idea di rifugiarsi in Svizzera.
Il 19 settembre una prima riunione di antifascisti, tenuta ad
Omegna (Ponte antico), a cui parteciparono circa venticinque giovani omegnesi, decise la resistenza all'occupazione nazista.
Il giorno dopo circa una ventina di loro, nella maggior parte ragazzi dele luogo e militari fuggiti dopo l'8 settembre, salì a
Quarna (Alpe Frera).
Bruno Rutto e
Pippo Coppo (il gruppetto di Quarna¹ come era stato definito dalla signora
Giuliana) furono i primi a parlare con Beltrami per convincerlo ad assumere il comando della loro formazione.
Fu questo il nucleo che costituì il Gruppo "Quarna" al comando del Capitano, armato solo di un moschetto e due pistole. Il 2 ottobre 1943 riuscì però a recuperare altri 35 moschetti e munizioni nella sua prima azione a Pettenasco.
Oltre all'armamento il gruppo scarseggiava pure di equipaggiamento e vettovaglie. Venne perciò decisa, il 15 ottobre, una puntata a Gargallo per rifornirsi di una partita di scarpe che doveva esser consegnata ai reparti tedeschi; il colpo ebbe successo grazie al fatto che gli uomini si travestirono con la divisa della Milizia. Cinque giorni dopo, a Lagna, un gruppo riuscì a recuperare un fucile mitragliatore iniziando così una lunga serie di operazioni per armare la formazione.
Il 28 ottobre ci fu un tentativo, da parte di un plotone della Milizia di Gravellona, di catturare Franco Rossari e Beltrami. Di conseguenza, due giorni dopo, fu deciso di trasferire il gruppo ormai forte di 45 uomini, dall'Alpe Frera all'Alpe
Camasca. Qui continuarono a giungere uomini che in breve ingrossarono fortemente la formazione. Furono così possibili azioni ancor più audaci e importanti.
L'11 novembre il Capitano comandò il primo attacco contro il presidio fascista di Gravellona Toce in contemporanea con l'insurrezione di
Villadossola. L'azione fu condotta da una squadra al comando del Tenente Rutto, mentre circa 60 uomini al comando di Beltrami si spostarono verso Ornavasso per iniziare l'azione di disturbo contro le autocolonne tedesche inviate di rinforzo nell'Ossola contro le puntate effettuate dai partigiani su Villadossola.
1 Il gruppo, dai ricordi di Albino Calletti, era costituito da circa 18-20 ragazzi armati di un unico moschetto e qualche pistola, saliti all'Alpe Casarole soprattutto per sfuggire alla deportazione in Germania. Tra essi, oltre ai già citati Calletti, Rutto e Coppo, vi erano: Peppino Beldì, Franco Rossari, Eraldo Cassis, Lino Ferrari, Mario Albertini, Dario Cola, Lunati, Conedera, Bergamini di Varese, i fratelli Donato e Pasquale Ferrari, Cristina e Paganotto.