Sopra
Quarna, il gruppo di baite di Camasca divenne il centro operativo della formazione partigiana, attiva nel Cusio tra l'ottobre e il dicembre 1943 sotto la guida di
Filippo Maria Beltrami.
Dalle baite di Camasca, il gruppo crebbe di numero e continuò a operare in zona: a Pettenasco, a Gargallo, a Lagna, a San Maurizio d'Opaglio, a Cesara, a Pella e in altre località del Cusio con azioni audaci volte al recupero di armi, viveri, vestiario.
L'11 novembre del 1943 una squadra al comando del tenente
Bruno Rutto, attaccò il presidio di Gravellona Toce, mentre circa sessanta uomini, al comando del "Capitano" si spostavano verso Ornavasso in appoggio all'insurrezione di
Villadossola.
Nel frattempo tra le formazioni operanti nella zona Valsesia, Cusio, Ossola e Verbano si strinsero accordi ed alleanze operative; così il 30 novembre 1943 il gruppo "Quarna" guidato dal "Capitano" Beltrami, insieme con le formazioni della Valsesia al comando di Eraldo Gastone "Ciro" e del commissario "Cino"
Moscatelli, occupò la città di
Omegna, distruggendo la sede del locale fascio repubblicano.
Per tutto il mese di dicembre 1943 gli uomini di Beltrami, partendo dagli alpeggi di Camasca, insidiarono il controllo del Cusio alle forze della Repubblica Sociale Italiana.
Il 23 dicembre 1943, il gruppo "Quarna" fu obbligato a trasferirsi dall'alpe Camasca a
Campello Monti, in
Valle Strona, in seguito alla minaccia dei tedeschi di bombardare per rappresaglia l'abitato di Quarna.
Dopo la tragedia di
Megolo la zona fu rioccupata dai partigiani guidati da Bruno Rutto. Il 14 aprile 1944, approfittando dell'assenza della
Divisione Alpina d'assalto "Filippo Maria Beltrami", milizie nazifasciste raggiunsero l'alpeggio bruciando 32 tra case e baite.