Dopo quell'azione dimostrativa, Beltrami ritornò a Camasca per proseguire con le azioni di disturbo. Il 4 dicembre a Borgomanero un'autocolonna comandata da Beltrami per il prelevamento di viveri fu fermata da un'auto tedesca: ne seguì uno scontro a fuoco e lo stesso Capitano uccise i due militari impossessandosi dell'auto con le insegne della Wehrmacht.
A causa di quelle insegne il 18 dicembre, a Buccione, avvenne un incidente con i fratelli Di Dio: furono scambiati per nemici e colpiti. Vennero feriti Beltrami con la moglie e morì il partigiano Franco Rossari, uno dei "ragazzi" di
Quarna¹. Tra il 20 e il 22 dicembre Beltrami fu costretto convalescente all'albergo di Quarna, dove ricevette alcuni esponenti politici. Dopo quell'incidente si decise di aumentare i contatti e i collegamenti con il Comitato di Liberazione Nazionale e con le altre formazioni partigiane. Ormai, le imprese della formazione e del suo Capitano stavano diventando note ben oltre il territorio, cosa che li esponeva al pericolo di attacchi da parte dei nazifascisti.
Il 23 dicembre venne perciò deciso il trasferimento a
Campello Monti, mentre Giuliana Gadola lasciava il marito e il gruppo.
Nel frattempo era avvenuta la fusione tra la formazione di Beltrami e quella dei fratelli Di Dio che costituirono così la "
Brigata Patrioti Valstrona". In quel periodo, Beltrami si convinse della necessità di creare una zona neutra ad Omegna, che lui immaginava al centro di un vasto territorio controllato dalle formazioni partigiane.
L'idea fu discussa il 27 dicembre da Moscatelli e un rappresentante di Beltrami, ancora convalescente, in un incontro ad
Artò² e creò non poche incomprensioni tra i garibaldini, nettamente contrari, e lo stesso Capitano.
1 Il funerale si svolse a Omegna con ampia partecipazione popolare il 2 gennaio 1944, come segnalato da un notiziario della GNR.
2 Testimonianza di Alberto Jacometti.