Il nuovo anno si aprì per Beltrami con l'affissione di un manifesto a
Omegna incitante gli italiani alla lotta contro i nazifascisti.
Il 2 gennaio 1944 si svolsero a Omegna i funerali di Franco Rossari così descritti dal notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana: "
… sono riusciti grandiosi per l'imponenza della massa operaia e per il numero esagerato di corone. Prestava servizio un reparto di 200 partigiani al comando dello stesso capobanda Filippo Beltrami".
Tra il 3 e il 5 gennaio ci furono dei contatti con esponenti del Comitato di Liberazione Nazionale della provincia¹.
Dopo gli arresti di Donato Ferrari e
Gino Vermicelli a Novara (4 gennaio) e di Lino Ferrari (il suo commissario politico) a Varallo Pombia (5 gennaio), Beltrami fece sequestrare il commissario prefettizio di Omegna inviando
Alfredo Di Dio a Novara dal prefetto per trattarne la liberazione. In quell'occasione avvenne un durissimo scontro tra le diverse anime del fascismo locale, tra chi in sostanza (Prefetto e Questore) intravedeva nelle trattative un possibile modo per dividere le formazioni partigiane e chi (soprattutto gli esponenti del partito fascista repubblicano) non accettava alcun compromesso.
Si giunse così all'incontro di
Ameno tra Beltrami e il Prefetto Tuninetti, il questore Abrate e la presenza in qualità di mediatore del Vescovo di Novara
Monsignor Leone Ossola, che portò alla liberazione di Lino e Donato Ferrari e Gino Vermicelli, nonché alla proposta di creazione di una zona neutra nel Cusio. L'incontro creò nuove incomprensioni con i garibaldini, che furono superate solo successivamente.
Intorno alla metà di gennaio, infatti, il "Capitano" inviò circa un centinaio di uomini al comando del
capitano AlbertoLi Gobbi, in aiuto alle formazioni di
Vincenzo Moscatelli in Valsesia, dove era in corso un rastrellamento. A causa della scelta di Li Gobbi di coprirsi il volto, da cui il soprannome di "capitano mascherato", si rischiò un nuovo incidente tra i due gruppi e lo stesso Li Gobbi d'esser fucilato come spia. Fortunatamente questi riuscì a dimostrare il proprio ruolo, ottenendo un rifornimento alleato per le formazioni. I partigiani di Beltrami ritornarono in
Valle Strona il 18 gennaio. Nel frattempo, Beltrami aveva rioccupato Omegna per consentire il passaggio in Svizzera dei prigionieri di guerra alleati fuggiti dai campi nei mesi precedenti².
Verso la fine del mese di gennaio un collaboratore di Beltrami, l'avvocato
Mario Macchioni fu obbligato a riparare in Valle Strona, ma la sua famiglia fu presa in ostaggio dalle SS e dovette fare da tramite tra il "Capitano" Beltrami e il comandante tedesco.
Tra il 27 e il 30 gennaio, in seguito all'arrivo di un forte contingente tedesco a Omegna, la Valle Strona fu abbandonata. La marcia di trasferimento verso l'Ossola in pieno inverno fu difficilissima: degli oltre trecento partigiani che costituivano la "
Brigata Patrioti Valstrona", molti abbandonarono la formazione, altri furono dipersi e attaccati, sì che soltanto una cinquantina di uomini riuscì a ricongiungersi col "Capitano"³ a
Megolo, luogo prescelto per la ricostituzione della brigata.
Ma, il 13 febbraio a Megolo, ci fu lo scontro decisivo contro le truppe nazifasciste. Quella battaglia segnò l'apice e contemporaneamente la fine della formazione partigiana del "Capitano".
Dopo quattro ore di combattimento accanito, terminate ormai le munizioni, senza la guida del loro "Capitano" , i partigiani superstiti furono costretti a ripiegare e disperdersi fra le rocce e nella boscaglia, cercando poi di raggiungere gli altri distaccamenti. Alcuni di loro giunsero fino a Rimella in Valsesia.
1 E' in questo periodo che si colloca l'incontro con l'avvocato Natale Menotti, esponente verbanese della Democrazia Cristiana, secondo la testimonianza di Macchioni.
2 Testimonianze di Enrico Massara e Guido Weiller: il fatto avvenne il 16 gennaio 1944.
3 Caddero combattendo Antibo Carlo, Beltrami Filippo Maria, Bressani Bassano Giovanni, Carletti Aldo, Citterio Giovanni, Clavena Angelo, Creola Bartolomeo, Di Dio Antonio, Gorla Emilio, Marino Paolo, Pajetta Gaspare e Toninelli Elio.