L'8 novembre 1943, Villadossola, uno dei principali centri industriali del territorio ossolono, fu teatro di una insurrezione popolare, domata da fascisti e tedeschi con un massiccio intervento di uomini e mezzi e il bombardamento aereo dell'abitato. Alcuni patrioti, capitanati da Dante Zaretti, scesero da Pianasca occupando le caserme, la stazione e le industrie. La popolazione locale, credendo nell'insurrezione generale fece fronte comune coi partigiani e riuscì a respingere un primo attacco. Un successivo assalto di truppe speciali tedesche, con l'appoggio aereo, ebbe invece successo, disgregando la resistenza del paese.
Nei giorni dell'insurrezione altri patrioti scesero a Domodossola tentando una sollevazione popolare.
Anche la formazione guidata dal
Capitano Beltrami attaccò il presidio di Gravellona Toce per dar man forte agli insorti.
Ma tutti gli sforzi furono inutili ed il 9 novembre l'intera zona era nuovamente sotto il controllo tedesco.
La sollevazione costò la vita a 23 persone e la deportazione in Germania di altre 9.
Quell'insurrezione, per lo sdegno suscitato dalla repressione, creò in tutta l'Ossola un legame strettissimo fra la popolazione e i partigiani e favorì il sorgere, il consolidarsi, lo spostarsi dei nuclei di combattenti per la libertà nelle valli