La "Giovane Italia" nasce poco dopo l'8 settembre sui monti di Miazzina, sulle colline nell'entroterra di Verbania, ad opera di una decina di giovani riuniti attorno al sacerdote di Busto Arsizio don Enzo Alboni. Nel febbraio 1944 la formazione (30 partigiani) si trasferisce al rifugio alpino del Pian Cavallone. In marzo la formazione (50 partigiani) č guidata da "Guido il Monco" (Alfredo Labadini, operaio comunista privo di una mano per un incidente sul lavoro). Nella primavera i ragazzi della "Giovane Italia" scendono spesso a Trobaso, evacuata dai fascisti, e solidarizzano con gli operai dei cotonifici.
Il 21 maggio un attacco dei fascisti della "Tagliamento" costringe la "Giovane Italia" alla ritirata e gli attaccanti bruciano il rifugio del Pian Cavallone. I partigiani scendono nei paesi a ridosso di Verbania e, sempre protetti dalla popolazione, intrecciano proficui contatti con gli operai.
Agli inizi di giugno la banda conta 80 uomini, di cui 30 disarmati. Il comando č affidato al tenente
Gaetano Garzoli di Arizzano "Rolando" che, con "Guido" e
Mario Flaim, organizza militarmente la formazione nel momento del suo massimo sviluppo.