Verbania antifascista
Dopo le leggi speciali del 3 gennaio 1925 vengono progressivamente smantellate le organizzazioni politiche e sindacali antifasciste. Dirigenti e militanti sono arrestati, mandati al confino o costretti all'emigrazione. Alcuni vengono uccisi (nel 1928 il segretario della sezione del PCI di Pallanza e nel 1932 il socialista pallanzese Ronchi). Solo alla Rhodiaceta sopravvive una cellula comunista che nel novembre 1930 organizza lo sciopero di un turno di operai contro la riduzione dei salari.
Sopravvivono, in assenza di organizzazioni politiche clandestine, singoli antifascisti che, dopo un ventennio di emarginazione e persecuzione, costituiranno dopo l'8 settembre il primo nucleo del CLN. Negli anni '30 si accentua l'insofferenza dell'Azione Cattolica verbanese nei confronti del Fascismo; i suoi giovani affluiranno nell'autunno 1943 tra le file della Resistenza e costituiranno una risorsa di rilievo nella nascita della Democrazia Cristiana.
Dopo il 25 luglio in cittą si hanno astensioni dal lavoro nelle fabbriche metalmeccaniche, la distruzione dei simboli del regime e il riallacciarsi di contatti (per lo pił personali) tra i vecchi militanti antifascisti.
Bibliografia
CHIOVINI N., Il Verbano tra Fascismo, Antifascismo e Resistenza, Universitą della terza etą, Comune di Verbania, 1983 (dattiloscritto)
GIARDA M., La Resistenza nel Cusio Verbano Ossola Vangelista, Milano, 1975
|