Gli scioperi del marzo 1944
Gli scioperi del marzo 1944, nell'ambito di rivendicazioni economiche e contro la guerra che si manifestano in tutta l'Italia occupata, segnano una svolta nella lotta antifascista nel Verbano. A Verbania gli scioperi sono organizzati dal locale CLN che tra gennaio e febbraio ha allacciati contatti con gli operai delle grandi fabbriche. Il 9 e 10 marzo gli scioperi scoppiano alla Daldi, alla SIAI, alla Unione Manifatture, alla Restellini, alla SAFAR e in parte alla Rhodiaceta. Se precedentemente non esistevano organizzazioni operaie (solo in alcune fabbriche "sfollate" vi erano cellule comuniste provenienti dai luoghi d'origine), dopo marzo si costituiscono comitati d'agitazione clandestini. In aprile scoppiano altri scioperi per rivendicazioni economiche nelle aziende tessili e nei cappellifici. In maggio scoppiano altri scioperi e, alle portinerie delle fabbriche, compaiono gruppi di partigiani armati in appoggio agli operai. Avviene così la saldatura tra le formazioni partigiane in montagna e il movimento operaio nelle fabbriche. Gli scioperi della primavera costituiscono un potente fattore di crescita politica che permette alla Resistenza di radicarsi sempre più tra la popolazione della città.
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