I partiti antifascisti
I dati salienti dell'antifascismo verbanese all'indomani dell'8 settembre vedono, a differenza di altre cittā industriali come Villadossola e Omegna, l'assenza di un'organizzazione del Partito Comunista collegata al suo centro (sono presenti singoli esponenti come Mario Catena e l'avv. Albertini), l'assenza del Partito d'Azione e la presenza prevalente della Democrazia Cristiana grazie al prestigio e all'attivitā dell'avv. Natale Menotti e all'appoggio dell'Azione Cattolica grazie ai suoi dirigenti Fabbri e Grinevoro. L'appoggio del clero permette alla Democrazia Cristiana, che possiede un'organizzazione clandestina collegata al centro nazionale, di estendere la sua influenza sul ceto medio, sugli operai metalmeccanici e sui villaggi delle valli interne del Verbano. Menotti svolgerā un'intensa attivitā per la formazione del CLN verbanese che lo porterā a partecipare come membro della Giunta Provvisoria alla Repubblica dell'Ossola. La componente socialista č presente con alcuni vecchi quadri (Andreani, Borella, Bossi) collegati con Ettore Tibaldi a Domodossola. Fra l'autunno '43 e la primavera '44 sia i comunisti che i socialisti riallacciano i legami mai sopiti con la classe operaia e procedono alla organizzazione delle strutture di partito.
Bibliografia
CHIOVINI N., I giorni della Semina, Vangelista, Milano,1979 (Tararā, Verbania, 2005)
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