Dionigi Superti
Dionigi Superti, nato a Napoli nel 1902 da famiglia milanese, è il fondatore e il comandante del "Valdossola". Volontario nel 5° reggimento Alpini e poi nell'Aviazione durante la prima guerra mondiale, si oppone all'avvento del Fascismo negli anni '20. Rifiuta sempre la tessera del Partito Nazionale Fascista e viene inviato due volte al confino dove conosce Ettore Tibaldi ed altri antifascisti.
Nel 1943 è in Val Grande come direttore dell'IBAI (Industria Boschiva Alta Italia), impegnata nei disboscamenti dell'alta valle. Dopo l'8 settembre riprende i contatti con l'antifascismo (Ezio Vigorelli, la figlia di Arturo Toscanini, Ettore Tibaldi riparato in Svizzera) e allaccia contatti con le missioni alleate a Lugano.
Profondo conoscitore della Val Grande, ne fa il luogo dove sviluppare la resistenza armata. Già in settembre organizza una prima formazione partigiana (la prima dell'Ossola) sui monti di Premosello. Nell'inverno sposta la formazione, battezzata Battaglione "Valdossola", in Val Grande. Nella primavera, la formazione cresce in uomini e mezzi e diventa la più numerosa ed efficiente del Verbano e dell'Ossola. Superti, dopo la tragica fine di Filippo Maria Beltrami a Megolo, diventa il comandante più conosciuto e di maggior prestigio nel Verbano Cusio Ossola con un ascendente carismatico sui suoi partigiani.
Dopo il rastrellamento del giugno 1944 (Superti sopravvive con un compagno dopo giorni di peregrinazione tra i monti) ricostruisce il "Valdossola" all'alpe Crot sopra Premosello. Con Alfredo Di Dio firma la resa di Domodossola e firma la costituzione della Giunta Provvisoria di Governo della Repubblica ossolana. Partecipa attivamente alla difesa della Repubblica e guida il "Valdossola" lungo la ritirata nelle valli Antigorio e Formazza dove espatria in Svizzera e il "Valdossola" conclude la sua gloriosa esistenza. Nel campo di internamento di Rohrbach, Superti organizza una "formazione internata" che rientrerà in Italia il 5 aprile 1945
Dopo la guerra lascia la vita politica e sociale italiana e si trasferisce in Spagna per lavoro dove muore il 24 ottobre 1968 a Madrid.
CHIOVINI N., Val Grande partigiana e dintorni. 4 storie di protagonisti. Maria Peron, Dionigi Superti, Alfonso Comazzi, Gianni Cella, Margaroli, Verbania, 1980
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