Gianni Cella
Il partigiano con una gamba sola
Gianni Cella apparteneva ad una famiglia povera di Milano dove nacque nel 1904. A sei anni perdette una gamba tranciata da un vagone ferroviario. Dopo un'infanzia difficile, divenne comunista e nel marzo 1944 si unì ai partigiani del "Valdossola" di cui seguì tutte le vicende fino all'espatrio in Svizzera (ottobre 1944). Partigiano di elevata statura etica e morale, pur con una gamba sola visse la tormentata marcia della colonna di Superti durante il rastrellamento di giugno; rimasto solo riuscì a raggiungere l'alpe Serena, dopo tredici giorni di sofferenze terribili, dove venne rifocillato. Partecipò alla liberazione di Domodossola dove, in ospedale, gli fu riparata la stampella sbrecciata e malconcia dopo i lunghi giorni in Val Grande.
Per il suo comportamento fu insignito della medaglia d'argento al valor militare con la seguente motivazione: "Mutilato di una gamba chiedeva di venire arruolato nelle file partigiane e si distingueva combattente entusiasta e valoroso.
Particolarmente si distingueva durante tredici giorni di ininterrotti e duri scontri in Vai Grande emulando, lui mutilato, la resistenza e l'ardore combattivo dei migliori tra i suoi compagni. Circondato ed esaurite le munizioni, per non cadere vivo in mani nemiche, si lasciava cadere in un burrone. Salvatosi miracolosamente, affamato, lacero, gravemente contuso ma ancora armato, dopo essersi lungamente trascinato si presentava sull'attenti al suo Comandante per riprendere posto nella sua formazione. Val Grande (Domodossola), 29 marzo 1944 24 giugno 1944"
CHIOVINI N., Val Grande partigiana e dintorni. 4 storie di protagonisti. Maria Peron, Dionigi Superti, Alfonso Comazzi, Gianni Cella., Margaroli, Verbania, 1980
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