In Valle Strona, a Massiola, nacque la formazione dei fratelli Di Dio. Dopo l'8 settembre 1943,
Carletto Leonardi guidò
Alfredo e
Antonio da Cavaglio d'Agogna nella valle. Lì crearono la loro base da cui iniziarono ad operare finchè il 18 dicembre non ci fu lo scontro con il gruppo di Beltrami a causa di un malinteso. Dopo un colloquio chiarificatore, il 22 dicembre 1943 l'intera formazione di Beltrami si trasferì occupando l'intera valle.
Tra il 23 e il 25 dicembre avvenne l'effettiva fusione delle due formazioni nella "
Brigata Patrioti Valstrona", costituita da due compagnie, la "Quarna" e la "Massiola". Il Comando fu portato a Campello Monti in alta valle.
Proprio a Campello, il 3 gennaio 1944, i membri del Comitato di Liberazione Nazionale salirono per incontrare Beltrami, ma questi rinvò l'incontro al 26 gennaio, mentre il 5 incontrò l'avvocato Natale Menotti.
Il 16 gennaio due plotoni e una squadra (circa un centinaio di uomini) si portarono in Valsesia in aiuto dei garibaldini di
Moscatelli attaccati il giorno precedente, partecipando ai combattimenti contro reparti tedeschi e di SS italiane. I reparti, schierati dalla galleria della Cremosina sino a Borgosesia, furono ritirati e inviati a Castagnola per arginare infiltrazioni nemiche. Due giorni dopo fu effettuata la marcia di trasferimento dalla Valsesia alla Valle Strona.
Il 23 gennaio l'avvocato
Mario Macchioni sfollò a Campello Monti dove conobbe
Gianni Citterio e, in seguito, arrivarono anche Vittorio Flecchia "Valbruna" e
Pippo Coppo.
A causa della costituzione di un forte presidio germanico a
Omegna, la brigata di Beltrami fu costretta a lasciare anche la Valle Strona. Nell'arco di tre giorni, a partire dal 27 gennaio, vennero abbandonate Forno e Campello Monti, truppe ripiegarono dal presidio di Chesio fino a Massiola e così la Valle Strona venne totalmente abbandonata dagli ultimi reparti all'alba del 30 gennaio.
Dopo i tragici fatti di
Megolo, la valle divenne la base della
Divisione Alpina d'assalto "Filippo Maria Beltrami" fondata da
Bruno Rutto e strutturata su tre brigate: la "Quarna", la "Omegna" e la "Megolo".
Sono innumerevoli gli episodi tragici di quei mesi, come testimoniano le croci che a ogni angolo della valle ricordano il sacrificio dei caduti per la libertà. A Chesio, il 9 maggio 1944, furono fucilati 6 partigiani della Divisione Beltrami. A Forno, lo stesso giorno, vennero fucilati tutti gli occupanti della piccola infermeria clandestina: 2 medici e 7 partigiani ricoverati. Il parroco del paese, don Giulio Zolla, offrì invano la propria vita, per risparmiare quella dei prigionieri. Il 25 marzo 1945, i fascisti della "Muti" tornarono a Forno, dove irruppero in una casa uccidendo con il mitra una donna incinta, già madre di tre bambini.
Durante l'esperienza della Repubblica partigiana dell'Ossola , gli uomini di Bruno Rutto, scesi dalla Valle Strona, tentarono in quei giorni di prendere anche Gravellona Toce, senza però riuscirci. Alla caduta della Repubblica partigiana, la "Divisione Beltrami" riuscì a conservare le sue forze tornando a stanziarsi sempre tra la Valle Strona, Quarna e Casale Corte Cerro.