Pian dei Sali
Alle 3,30 del 16 giugno 1944 Muneghina decide di attaccare i bunker di Pian dei Sali che vengono conquistati d'impeto; viene bloccata la strada sui due lati e in mezzo inizia a sfilare la colonna. I tedeschi, stanziati a Finero, accorrono subito, ma vengono respinti. All'alba giunge un carro armato con alcune autoblindo. Muneghina ordina la ritirata. Dalla breccia sono passati in 60-70; il grosso della colonna si rituffa nell'abetaia sopra Finero. Il capitano "Mario" ordina di disperdersi in piccoli gruppi per meglio sfuggire alla caccia nemica.
Trenta partigiani con Rizzato puntano verso la Svizzera, ma molti vengono uccisi (anche oltre l'invisibile confine) e lo stesso Rizzato catturato. Muneghina con quindici partigiani vuole raggiungere la Val Cannobina e arriva all'alpe Polunia dove, sotto un forte temporale, avviene un violento scontro a fuoco con un gruppo di tedeschi; alla fine della sparatoria i partigiani rimangono in dieci (tre feriti). Dopo quattro giorni, braccati dai tedeschi sotto le rocce del Gridone e inseguiti dai cani lupo, la sera del 20 giugno 1944 Muneghina e i dieci partigiani vengono accolti da una contadina di Orasso (Maria Mazza) che li rifocilla e li cura.
Il gruppo rimasto nell'abetaia di Finero ("Scalabrino" e una decina di partigiani con una mitragliatrice Breda '37) tenta di rientrare in Val Grande. Gianni Scaffiglio scende sulla mulattiera per Finero e consegna la madre sofferente ad un montanaro del luogo.
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