Dopo due giorni di sosta senza mangiare nei pressi del nevaio sotto la vetta del Pedum, Superti decide di tentare di raggiungere la Val Vigezzo attraverso le bocchette alte che si aprono con brevi intagli nell'aspra catena di monti dirupati. All'alba del 20 giugno 1944, la colonna raggiunge l'alpe Campo dopo una marcia massacrante per ghiaioni e boscaglie prive di sentieri. I partigiani sono ormai spossati, affamati e intirizziti dal freddo; solo l'autoritą di Superti garantisce l'unitą della colonna.
I partigiani scendono verso l'alpe Portaiola protetti dalla nebbia; mentre stanno per guadare il torrente la nebbia si alza e un reparto tedesco appostato alle baite dell'alpeggio apre il fuoco falciando la colonna: muoiono trenta partigiani (i feriti vengono uccisi sul posto).
I superstiti si disperdono nella Val Portaiola e saranno oggetto di una caccia spietata nei giorni successivi. Un gruppo di nove partigiani, guidati dai fratelli Vigorelli, punta ad attraversare l'alta Val Grande per raggiungere la Colma di Premosello. Sotto l'alpe Riazzoli, Bruno Vigorelli precipita in un vallone e muore poco dopo tra le braccia del fratello. Il gruppo degli otto riprende la marcia notturna.