All'alba del 21 giugno 1944 il gruppo guidato da Adolfo Vigorelli si ferma in una faggeta a riposare e a nutrirsi di erbe e frutti del sottobosco. Mentre riprende a piovere i partigiani si rendono conto che ogni sentiero e ogni alpeggio sono controllati dai tedeschi. Decidono di muoversi solo di notte, evitando gli alpeggi. Nel frattempo, dopo la dispersione della colonna provocata dall'imboscata dell'alpe Portaiola, Superti raggiunge con sette-otto compagni l'
alpe Straolgio con l'intento di proseguire la sua fuga verso Premosello lungo l'itinerario prestabilito in precedenza. All'alpeggio, mentre i partigiani si stanno mimetizzando tra le rocce, vengono sorpresi dai tedeschi e dai fascisti travestiti da alpigiani. Superti riesce a salvarsi con un giovane partigiano varesino e assiste impotente alla morte del suo furiere Barbaini. Inizia un lungo cammino che porterą i due a raggiungere l'alpe Crot dove Superti porrą la basi per la ricostruzione del "Valdossola".