All'alba del 22 giugno 1944 gli otto del gruppo Vigorelli
raggiungono l'alpe Casarolo dove si uniscono ad altri quattro partigiani sfuggiti al massacro di Portaiola. Vengono accolti e rifocillati dall'alpigiano Enrico Andreolotti di Colloro. Mentre i partigiani mangiano, il pastore si pone di guardia in cima al prato, ma viene immobilizzato da un reparto tedesco che piomba sull'alpeggio: i partigiani escono dalla baita con le mani alzate e i tedeschi sparano nel mucchio uccidendone nove. Riescono a fuggire solo il milanese Mario Bielli, Eugenio Arcioli di Colloro e Mario Morandi (ferito all'inguine); dopo giorni di cammino scalzi i tre raggiungono Colloro dove vengono nascosti e curati. Il pastore Enrico Andreoletti viene condotto all'alpe In la Piana e ucciso a randellate, mentre il fratello Giovanni viene catturato non appena giunge all'alpeggio e fucilato accanto ai partigiani uccisi. Lo stesso giorno, all'alpe Straolgio, viene ucciso assieme a due partigiani Romano Sotta, un pastorello di 10 anni di Malesco.
Dopo questi ultimi efferati eccidi le armi tacciono in Val Grande. Della colonna di Superti (circa 70 uomini) sopravvivono meno di quindici partigiani.
Bibliografia
FOVANNA E.,
I denti verdi di mio zio partigiano - Valgrande: la strage dimenticata. Un giornalista sulle tracce della memoria, in "Eco Risveglio Ossolano", n° 10, 5 febbraio 2004
CHIOVINI N.,
Mal di Valgrande, Vangelista, Milano,1991