Costei si levò in piedi
Lo spettacolo che stava per essere ammannito fu subito intuito dalla donna (Cleonice Tomassetti ndr) alla quale ho accennato sopra. Costei si levò in piedi e con fare spontaneo, senza forzare il tono della voce, direi quasi con amorevolezza, rivolta ai compagni di sciagura pronunciò queste testuali parole: "Su, coraggio ragazzi, è giunto il plotone di esecuzione. Niente paura. Ricordatevi che è meglio vivere da italiani che vivere da spie, da servitori dei tedeschi". Aveva appena finito di parlare che, infuriato, le fu addosso un soldato germanico che doveva capire un poco l'italiano o che del senso delle parole pronunciate era stato messo al corrente da un militare italiano. (Quale schifo il contegno servile verso i padroni tedeschi dei militi fascisti! Non di tutti per fortuna, perché ne vidi più d'uno fremere di rabbia osservando ciò che di orribile si compiva intorno a lui). La donna fu colpita atrocemente da più di uno schiaffo e da uno sputo sul viso. Non si scompose; incassò impassibilmente, e poi, fiera e con aria ispirata, quasi trasumanata, disse parole, che, per inio conto, la rende degna di essere paragonata a una donna spartana, o meglio ancora ad una eroina del nostro risorgimento: "Se percuotendomi volete mortificare il mio corpo, è superfluo il farlo: esso è già annientato. Se invece volete uccidere il mio spirito, vi dico che è opera vana: quello non lo domerete mai!". Poi, rivolta ai compagni: "Ragazzi, viva l'Italia, viva la libertà per tutti", gridò con voce squillante.
Emilio Liguori
Memoria in LIGUORI E. Quando la morte non ti vuole in "Verbanus" n° 2/1980.
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