Nove giorni di rastrellamento in Val Pogallo
Durante l'inverno 1944 1945, che fu particolarmente duro, le puntate e i rastrellamenti nemici si fecero più frequenti, mentre le mie preoccupazioni aumentavano a causa del sempre maggior numero di partigiani bisognosi di cure.
Il 4 gennaio 1945 cominciò un rastrellamento in Val Pogallo che durò nove giorni, costringendomi alle operazioni di occultamento dei feriti e del materiale su un terreno coperto di neve e di ghiaccio. Il 9 febbraio, nel corso di un'improvvisa azione nemica, ci trovammo circondati, mentre il fuoco nemico diretto contro l'ingresso dell'infermeria impediva l'uscita dei ricoverati; aiutata dal partigiano "Laurenti", riuscii quasi miracolosamente a evacuare ricoverati e materiale e raggiungere il grosso della formazione alla Casa dell'Alpino; poco dopo l'infermeria cominciava a bruciare. In quella occasione fummo costretti a trasferirci per alcuni giorni a Corte del Bosco; le baite bruciate dai tedeschi nel giugno scorso erano inservibili e dovemmo trascorrere le notti all'aperto con un freddo da morire.
La sera dell'11 marzo, mentre si attendeva un lancio alleato, che mai arrivò, un grosso reparto tedesco risalì improvvisamente la valle. Le vedette mi avvertirono che i nemici stavano puntando verso la Casa dell'Alpino adibita a infermeria. Per dare la sensazione al nemico che eravamo tranquilli e ignari della sua presenza, azionai il grammofono in dotazione e accesi la lampada a petrolio, poi provvidi in fretta a trasferire feriti e materiale.
1 tedeschi, ingannati dal suono del grammofono e dalla luce accesa, rallentarono la marcia di avvicinamento, forse convinti di poterci piombare addosso di sorpresa. Nel frattempo avevo mandato due convalescenti ai posti di vedetta; questi a un certo punto si scontrarono con i tedeschi, poi si ritirarono incolumi, mentre io stavo ormai terminando l'evacuazione dell'infermeria. In mano nemica lasciai soltanto la mia divisa e mezzo secchio di gnocchi: non avevo proprio avuto il tempo di portare via anche quelli.
Finalmente dopo tante sofferenze arrivò il giorno della Liberazione.
Maria Peron
Comunicazione letta a Radio Verbania Libertà il 1° maggio 1945
In CHIOVINI N. Val Grande partigiana e dintorni Comune di Verbania, Comitato della Resistenza, 1980
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