E' nato nel 1918 a Novara, dove ha frequentato il Circolo cattolico "S. Giorgio"¹ in cui ha conosciuto Giulio Pastore, Angelo Del Boca, Oscar Luigi Scalfaro ed Eraldo Gastone.
Dopo aver conseguito l'abilitazione magistrale si iscrisse all'Università Cattolica del S. Cuore a Milano, insegnando contemporaneamente alla Civica Scuola di Avviamento Professionale di Omegna. Nel 1941 fu ammesso al corso sottufficiali carristi a Vercelli al comando di
Alfredo Di Dio. L'8 settembre 1943 si trovava come sottotenente di artiglieria a Casale Monferrato, da cui riuscì a fuggire prima dell'arrivo dei tedeschi e raggiungere a piedi Novara.
Ricercato, si portò dapprima in
Valle Strona e, successivamente, a
Quarna dove entrò a far parte della formazione di
Filippo Maria Beltrami.
Dopo il trasferimento in Valle Strona alla fine di dicembre 1943, ritrovò a Forno il Comandante Alfredo Di Dio. Qui strinse amicizia con
Antonio Di Dio e con
Cesare Bettini.
L'8 gennaio 1944, Massara comandava il gruppo di difesa al convento di
Ameno che ospitava l'incontro di Beltrami con il Prefetto e il Questore di Novara.
Il 16 gennaio 1944, mentre il
comandante Alberto Li Gobbi, con un centinaio di uomini si trovava in Valsesia in aiuto di
Moscatelli, Beltrami rioccupò
Omegna e Massara comandò il "present'arm" di fronte alla popolazione in festa.
Seguì tutte le vicende della "
Brigata Patrioti Valstrona" fino al 13 febbraio 1944 (battaglia di
Megolo), giorno in cui proprio a Megolo fu catturato dai tedeschi, bastonato e rinchiuso in un carcere provvisorio da cui riuscì, qualche ora dopo, a evadere.
Ai primi di marzo 1944, chiamato da Alfredo Di Dio, fu tra coloro che diedero vita alla nuova formazione partigiana, il "Gruppo Patrioti Ossola" denominata in seguito "
Valtoce". Partecipò così alla convenzione per la costituzione di una zona neutrale a Omegna e Crusinallo nell'agosto 1944.
Durante la Repubblica dell'Ossola, tra il settembre e l'ottobre 1944, fu comandante del presidio di Domodossola per la "Valtoce".
Costretto all'espatrio, dopo aver partecipato all'ultimo scontro alle Casse di Val Formazza per la difesa della repubblica, fu internato in Svizzera dove, nei confronti dei comandi elvetici, divenne "responsabile" di alcuni campi nei quali erano internati i partigiani italiani. Falliti alcuni tentativi di fuga, rientrò in Italia dopo la Liberazione.
Nell'agosto del 1945 fu nominato capitano di Pubblica Sicurezza; dopo qualche anno, dimessosi dal Corpo di Polizia, entrò, grazie a Moscatelli, nel Movimento Cooperativo e vi rimase fino al 1979.
Iscritto al Partito Socialista Italiano dal 1945.
E' stato fondatore e Presidente dell'Istituto Storico della Resistenza "Piero Fornara" di Novara, presidente dell'Anpi interprovinciale. E'attulamente presidente onorario dell'Anpi e presidente onorario della "Casa della Resistenza" di Fondotoce di Verbania di cui è stato socio fondatore.
Ha pubblicato:
Crimini dei nazifascisti in provincia di Novara, La Foresta Rossa , Novara, 1956;
Novara, 24 ottobre 1944. Rappresaglia, Grafica Novarese, Novara, 1980;
Antologia dell'antifascismo e della resistenza novarese, Grafica Novarese, Novara, 1984;
Mon viuex capitaine (a cura di Mauro Begozzi), Tipografia San Gaudenzio, Novara, 2004. Suoi articoli sono apparsi numerosi in "Resistenza unita", "Il Lavoratore"; "Stella Alpina"; "Resistance unie".
Vive a Novara.
1 Chiuso dal fascismo nel 1931.