Nacque a Reggio Emilia nel 1918.
Geniere radiotelegrafista, fu sorpreso l'8 settembre 1943, come il fratello
Alberto, nella casa di Oggebbio, dove si trovava in "licenza premio". Si diede perciò alla macchia assumendo il nome di battaglia di "Flores".
Quando il fratello (il "Capitano mascherato"), il 5 dicembre '43, venne paracadutato con una radio ricetrasmittente nella brughiera di Rovasenda, presso Biella, Aldo, accettò di fare funzionare l'apparecchio per mantenere il collegamento diretto fra il Comando Supremo italiano e alleato e le Formazioni partigiane del Cusio e della Valsesia.
Con il fratello si trasferì a
Campello Monti nella formazione del
Capitano Filippo Maria Beltrami e, con l'aiuto di
Guido Weiller, installò la radio ricetrasmittente. Dovendosi portare nei pressi di Novara per organizzare un "campo di lancio", Aldo lasciò la radio in consegna ad
Antonio Di Dio. Dopo la sconfitta di Megolo, la radio cadde nelle mani del nemico. "Flores" non si diede per vinto e continuò il suo lavoro con un'altra stazione-radio sbarcata dagli alleati nei pressi di Genova.
Li Gobbi era costretto a spostarsi in continuazione sempre braccato dai nazifascisti.
Venerdì 31 marzo 1944, a Genova, in via S. Luca 5, mentre si recava con il fratello Alberto a un appuntamento con i capi dell'organizzazione "Otto", fu arrestato dalle SS. "Flores" era in possesso di documenti in codice e di un "fazzoletto-cifra" che rendeva possibile decifrarli. Tentò la fuga con Alberto e, prima di essere ripreso, riuscì a fare scomparire il "fazzoletto-cifra". Torturato per 17 ore non parlò, salvando così la vita di circa 200 partigiani che presidiavano i sei campi di lancio sparsi nella pianura padana ed elencati nei cifrari che aveva addosso.
Morì il 1° aprile 1944.
E' Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.