Gli Schunnach
Gli Schunnach erano una famiglia ebrea genovese composta da Pacifico Schunnach, la moglie Augusta Vitale, le figlie Grazia e Vittoria.
Dopo i terribili bombardamenti angloamericani di Genova del 1942 si trasferirono nella casa di campagna presso Asti. Nell'autunno dello stesso anno a una delle figlie, Vittoria, era giunta la cartolina precetto per il lavoro obbligatorio.
Il 30 novembre 1943 ebbe inizio il loro periodo di clandestinità quando alla radio comunicarono che dal 1° dicembre tutti gli ebrei sarebbero stati trasferiti nei campi di concentramento. Abbandonarono la loro casa e si nascosero perciò nelle campagne dell'astigiano.
Avvisati da amici di Genova, si resero conto di essere in pericolo e il 16 gennaio 1944 partirono in treno accompagnati da due esponenti del Comitato di Liberazione di Torino. Attraversarono Vercelli e Novara e a sera giunsero a Omegna. Il giorno dopo, con un foglio di riconoscimento da parte degli accompagnatori, entrarono in Valle Strona presidiata dai partigiani di Beltrami.
Probabilmente a Campello Monti furono presentati al Capitano, che assegnò loro un alloggio a Piana di Forno. Qui incontrarono i Weiller. Della vallata ricordano che "vi era ancora l'uso del costume tradizionale".
Pochi giorni dopo l'arrivo, Silvana Weiller li avvisò che avrebbero tentato il passaggio in Svizzera con i prigionieri inglesi, nonostante fosse pieno inverno. Loro non se la sentirono di seguirli e rimasero nascosti.
Dopo l'abbandono della valle da parte dei partigiani, ruscirono a scampare a due rastrellamenti tra cui quello in cui avvenne l'eccidio di Forno. Il 22 ottobre 1944 furono arrestati da una pattuglia della Brigata Nera autonoma ministeriale e portati a Forno, poi a Omegna, quindi a Baveno. Furono interrogati da un ufficiale tedesco, forse il capitano Stamm, che il giorno dopo li liberò, pur essendo stato avvertito dai fascisti che poteva trattarsi di una famiglia ebrea.
Ritornarono quindi a Piana di Forno, poi si trasferirono a Egro grazie all'aiuto di don Giulio Zolla, parroco di Forno, don Giuseppe Annichini, viceparroco di Omegna e del rettore di Pella.
Rimasero a Egro fino alla fine della guerra fingendo di essere degli sfollati perugini.
|